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Villa Archinto – Pennati
Un gioiello di architettura e paesaggio altrettanto prezioso, anche se più piccolo, della Villa e Parco reale



Villa Archinto

Oggi una “cartolina” particolare della Villa Archinto-Pennati.
La prima cartolina, viaggiata nel 1917, riprende la facciata del corpo principale dal nobile giardino.
E' spedita con bella calligrafia svolazzante da Maria ad Egisto a Venezia e dice, senza mezzi termini: “ Tanti bacioni”.

Villa Archinto
Il palazzo su via Frisi

Chi passa lungo via Frisi, nota la nobile facciata dell'ingresso di un palazzo che non rivela le meraviglie del retrostante parco e della facciata posteriore, le architetture romantiche con la torretta, il parco interno che scende sino al Lambro, il laghetto e il piccolo tempio. Insomma una descrizione semplice che potrebbe essere applicata alla Villa reale e relativi Giardini del Piermarini.

Non a caso l'amico Augusto Merati, che ricordo sempre con grande piacere e melanconia, nel suo bel libro “Monumenti neoclassici a Monza e nella Brianza” edito a cura del Lions Club di Monza nel 1976, riferendosi alla villa dice: “Villa Pennati (un tempo Archinto), come complesso, si può considerare una Villa Reale in formato famigliare. La Villa Reale è propriamente una reggia costruita in campagna, mentre Villa Pennati e un “palagio campareccio”.
Anche l'interno è notevole, come si vede anche dal testo del Merati, ma con foto di difficile riproduzione.

refuso
cartolina del giardino di Villa Pennati indicata come “Giardini Reali”

Tra i vari errori di stampa delle cartoline, ho anche una che indica il laghetto e tempietto della Villa Archinto-Pennati come parte dei giardini reali . La cartolina fu spedita da Mimì a Teresina. In effetti un osservatore non particolarmente attento può essere tratto in inganno.

I testi che raccontano e illustrano questa splendida dimora neoclassica ci dicono anche che la trasformazione in alloggi di gran livello ha comunque mantenuto attenzione alla ristrutturazione e restauro de monumento che è interamente leggibile nelle sue varie componenti storiche sia per il corpo principale che per le opere varie che sono nel delizioso parco interno, diviso dal Parco reale da via Boccaccio. Una visita a questi luoghi è una scoperta che consiglio, magari accompagnata da qualche lettura che illustri il valore della trasformazione profonda nella vita, della società e dell'economia, come nell'architettura e paesaggio introdotta in tutta Europa e nei paesi a sviluppo industriale, da parte dell'Illuminismo, e dal conseguente neooclassicismo. Dico paesaggio perché un tema rilevante anche per il nostro territorio fu la nascita dei parchi, come ho già illustrato in altre cartoline e in particolare sui Giardini della Villa reale. Una cultura per i parchi che attraversò l'Europa trasformando molti luoghi in nuovi scenari personali e collettivi.

Il parco di Blenheim
Il parco di Blenheim

Parchi che ancora costellano la Brianza con splendide ville neoclassiche come origine o trasformazione. Consiglio sempre “Storia dell'urbanistica” di Paolo Sica, “Il Settecento”, dove diventa naturale la correlazione intellettuale tra la scoperta della passione per l'archeologia e il mondo classico, unitamente a quella dei parchi, in oriente di tradizione cinese, il romanticismo e le nuove tecnologie e risorse offerte dalle nascenti economie industriali e riforme della società. Una lettura appassionante per chi voglia capire come presenze rilevanti del nostro territorio come la Villa e il Parco reale, ma anche la Villa Archinto, sono presenze che ci hanno prioiettato in Europa e nel mondo.

Il parco di Blenheim
Progetto del giardino datato 1829 e attribuito al Canonica. Il titolo in alto a destra dice: pel Giardino da farsi per l'Eccel. Casa Archinto” (dal libro di Augusto Merati).

Leggo che preesisteva una Villa più antica e che verso il 1829 il complesso comincia ad assumere carattere neoclassico terminato verso il 1840. Merati opportunamente chiarisce che la trasformazione fu attuata nel tempo con mantenimento di preesistenze del tutto fatte proprie dal nuovo complesso.

la torretta
La Torretta neogotica (dal volume di Merati)




Alcuni hanno anche notato che la parte ancor più significativa e sorprendente sta nel giardino che è molto vasto, sia per le architetture “romantiche” che per l'insieme paesaggistico e la stessa composizione botanica. Il tempietto classico ai margini de laghetto, la torretta neo-gotica, la Limonaia, ad esempio, compongono questo pregevole giardino monumentale. Alcune opere che ci lasciano i racconti e i disegni, oggi non ci sono più, come la statua di Venere ed Amore del Fabris.
Con qualche dubbio la villa e il giardino sono attribuiti a Luigi Canonica che, come si sa, lavorò al Parco reale e anche a parti della Villa (mi riportano che vi lavorò poi, per degli interventi, anche Carlo Amati).

Alfredo Viganò



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