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Democrazia ed estrema destra
Il caso monzese
Umberto De Pace

fasci

Tra i tanti problemi che l'Europa si trova oggi di fronte, il riemergere di movimenti di ispirazione fascista e o nazista sarebbe un grave errore ritenerlo un fenomeno marginale. Se era prevedibile che tra gli effetti della grande crisi economica mondiale di questi anni, accompagnata dall'imponente fenomeno delle migrazioni, vi fosse anche la deriva populista, xenofoba e razzista, le politiche fin qui adottate per contrastarla, in gran parte hanno contribuito ad ampliare il consenso verso chi con demagogia e spregiudicatezza sfrutta il disagio sociale per i propri scopi e fini politici.
Bran.Co. e Lealtà Azione - 2


Nella precedente puntata, nell'articolo di Paolo Berizzi su la Repubblica del 12/07/2017 fra i leader di Lealtà Azione viene citato Fausto Marchetti.
Chi è Fausto Marchetti? Ce lo spiega in poche parole il giornalista Dario Crippa su il Giorno del 30/09/18: “È il referente degli ultras monzesi. Il loro leader. Il portavoce dei S.A.B., acronimo che sta per “Sempre al Bar”. Numero due in Italia di Lealtà Azione, politicamente all'estrema destra. Dietro di lui, Fausto Marchetti, si muovono fra i 200 e i 300 ultras.  Umili origini, portafoglio di peso nei settori di finanza, assicurazioni, ristorazione, viaggi.” Interessante anche la definizione che Fausto Marchetti dà di se stesso al termine dell'articolo, quando il giornalista lo etichetta nuovamente quale soggetto di “estrema destra”: "Mai però la politica è entrata in curva. E non sono nazista come mi dipingono, piuttosto sono identitario, patriottico, “mazziniano”. Amo le altre culture, non il multiculturalismo e la globalizzazione che tutto appiattisce, il pensiero unico". Colgo l'occasione della citazione della parola nazismo, da parte del capo ultras, per segnalare come al suo fianco, nella foto riportata nel suddetto articolo, vi sia un ultras con stampato sulla maglietta un teschio identico al simbolo della SS-Panzerdivision "Totenkopf", “... divisione corazzata tedesca delle Waffen-SS in servizio nella seconda guerra mondiale. I suoi membri si macchiarono di molteplici crimini di guerra, sia sul fronte ovest che su quello est.” come riporta Wikipedia.

Fausto Marchetti con la tifoseria del Monza
Fausto Marchetti con la tifoseria del Monza (da il Giorno del 30/09/18)

Lo stesso assessore monzese, Andrea Arbizzoni, soprannominato dai tifosi “il senatore”, ha ricoperto precedentemente il ruolo di capo degli ultras come ci ricorda Paolo Berizzi nel suo articolo. Non a caso Fausto Marchetti, come abbiamo già detto, è fra i primi ad esultare a seguito del recente successo elettorale di Andrea Arbizzoni, rivendicandone la paternità con un post su facebook: "Quando LA scende in campo lascia il segno: lo abbiamo fatto l'anno scorso a Milano con Stefano Pavesi (eletto nelle liste della Lega Nord, ndr), e adesso a Monza con Andrea Arbizzoni".
Lo stretto rapporto tra Lealtà Azione e i SAB non fa altro che confermare anche a livello cittadino, quel trend nazionale che vede i gruppi di estrema destra egemonizzare le curve ultras, come documentano ampiamente sia le cronache domenicali che i dossier della polizia. Non mancò di suscitare scalpore a suo tempo lo stesso matrimonio di Fausto Marchetti, i cui festeggiamenti furono celebrati al Brianteo, come riportò l'articolo de il Giorno del 6 giugno 2017. Su la nuovabrianza.it del 3/6/2017, Marco Pirola in un suo articolo descrive così l'evento: “Monza matrimonio dell'anno. Cerimonia in Duomo con 300 camerati di provata fede. Lealtà ed Azione c'è. All'uscita lo striscione dei Sab, gli ultras della squadra di calcio.” Ancor più interessante è la serie di gemellaggi che la curva monzese ha effettuato nel tempo con altri gruppi ultras come racconta Fausto Marchetti al giornalista di Mbnews il 23/09/2014: Curva Furlan della Triestina dal 1983, gli Indomabili del Foggia dal 1989, i Cani sciolti di Lecco e il “Batallón Gijón” dello Sporting de Gijón in questi ultimi anni, aggiungendo: “Noi siamo uniti nel condurre una vita non capita, una vita da ribelli, fuori dagli schemi. Ma siamo noi che viviamo una vita vera, fatta di relazioni forti e durature, a differenza di quella imposta dal modello mondialista!”. L'evidente retorica marcatamente di destra e propria del branco va qui letta quale appartenenza e fratellanza con gruppi dell'estremismo non solo e non tanto calcistico quanto soprattutto politico. In un articolo di analisi del tifo estremo, del 1/2/2014 sul sito Polizia Moderna, Francesco Iannielli all'epoca direttore del Servizio informazioni generali della Polizia di Stato cosi scriveva: “In alcuni casi, non molto numerosi, i club si muovono come veri e propri collettivi politici con continue attività di volantinaggio e di sensibilizzazione ed attraverso la produzione di fanzine nelle quali trovano ampio spazio le campagne intraprese dalle organizzazioni politiche di riferimento. Tra questi gli Uber alles di Frosinone, la Curva Furlan della Triestina ed i Cani sciolti del Lecco, per quanto attiene all'estrema destra, i Rebel Fans del Cosenza, gli Ingrifati del Perugia, gli Sconvolts84 del Pisa e i Primidellastrada della Ternana, sul versante dell'estrema sinistra.” Quindi due delle “relazioni forti e durature” rivendicate da Fausto Marchetti riguardano realtà non solo marcatamente di destra ma “veri e propri collettivi politici” di estrema destra. Iannielli spiega anche il contesto internazionale: “Al maggiore attivismo delle frange di estrema destra corrisponde un'evoluzione della tipologia dei rapporti instaurati con le tifoserie straniere. Infatti, mentre i gemellaggi tra questi club sono stati in passato caratterizzati perlopiù dal sostegno reciproco in occasione di partite di cartello o tra squadre sostenute da club di opposto orientamento politico, nelle ultime stagioni si è registrata anche una propensione ad organizzare raduni internazionali su tematiche non solo sportive, prerogativa questa che fino a qualche anno fa era delle sole tifoserie di sinistra.”
In una intervista riportata da Paolo Berizzi sul libro “NazItalia”, Maurizio Marinelli, esperto di tifo violento e direttore del centro studi della polizia di Brescia spiega come: “ Se la società si sposta a destra, di quello spostamento le curve sono la cartina di tornasole. Xenofobia, intolleranza, antisemitismo, recrudescenze nostalgiche: in questo mix si formano le nuove leve dei gruppi ultrà. In diversi casi è facile osservare come i capi delle formazioni politiche di chiara matrice o ispirazione fascista abbiano tutto l'interesse a favorire la frequentazione dell'ambiente stadio da parte dei ragazzi. Hanno un ritorno, raccolgono i frutti dell'indottrinamento ideologico, e li riutilizzano per la propaganda politica. La militanza è diventata double face.”
Sarebbe interessante ricostruire quali personaggi hanno trasformato un gruppo storico ultras nato nel 1994 senza vincoli politici, in un gruppo egemonizzato dall'estrema destra che nel 2007 ritroviamo citato nei ringraziamenti di “Cuore Nero” per la solidarietà ricevuta a seguito dell'incendio della propria sede milanese, fra le centinaia: “ ... di amici e camerati che da tutta Italia ed Europa ci hanno espresso il loro sostegno e la loro solidarietà”. Tra gli altri, nel suo annuncio di apertura, il circolo culturale “Cuore Nero” dichiara di seguire il buon esempio della già citata “Compagnia Militante di Monza”.

E' quindi un caso il più recente gemellaggio tra SAB Monza e il Batallón Gijón spagnolo? Partiamo da un articolo della stesso Arbizzoni su la Nuovabrianza del 28/03/2017: “I veri protagonisti di giornata sono i ragazzi della curva Pieri e i loro gemellati del Bataillon de Gjion. Insieme calcano il rettangolo verde nel “tempio” del tifo biancorosso e si scambiano le maglie ufficiali dei rispettivi club. Suggellando e consolidando un'amicizia sempre più forte tra i due gruppi ultras.” .

da nuovabrianza.it del 28/03/2017

Ammesso che l'autore anche in questo caso non si sia accorto che nella foto che corona il suo articolo vi siano alcuni tifosi che ostentano il saluto romano, è la bandiera degli ultras spagnoli e la sua simbologia fascista – l'aquila e l'ascia bipenne – propria dell'estrema destra che difficilmente passa inosservata. Basta andare su internet e digitare Battalòn Gijon e non mancano le notizie in merito: tra saluti fascisti, atti violenti, aggressioni. Buona parte dei giornali e dei siti internet in generale li definiscono neonazisti. Per il quotidiano spagnolo La Vanguardia del 17/7/2017, il Battalòn Gijon sarebbe una “sezione neo-nazista” del gruppo Ultra Boys dello Sporting de Gijón. Lo stesso quotidiano El Pais del 10 aprile 2018 nel raccontare l'ennesimo fatto violento che ha visto protagonisti alcuni Ultra Boys non esita a definirli neonazisti e sottolinea come siano uno dei gruppi più violenti delle tifoserie ultras spagnole.
Rimanendo sempre in campo calcistico è interessante leggere l'inchiesta pubblicata dal settimanale L'Espresso del 2 novembre 2015: “Pezzo forte è la battaglia contro la pedofilia condotta con convegni, tornei di calcio e boxe. L'associazione “Caramella Buona” è la sigla che organizza i tornei di calcetto per la raccolta fondi: ogni anno a giugno si sfidano sul terreno 24 squadre dell'universo del neofascismo e del neonazismo locale: da Orizzonte ideale a Cuore nero, passando per Presidio, Miles due punto dieci di Bergamo, Militia Como, i Dora di Varese e le immancabili bande nazi-rock come i Malnatt, Bullets, Nessuna resa e Linea ostile.”


Senza dilungarci troppo vale la pena focalizzare l'attenzione sulla “squadra” dei Do.Ra. (Comunità militante dei dodici raggi) di Varese prendendo qualche spunto da NazItalia di Paolo Berizzi: “Di chiara ispirazione neonazista, nutrita di misticismo religioso germanico ..” difatti “ Ogni dicembre i Do.Ra. trasportano la runa Tiwaz sulla cima del San Martino, il monte sopra Varese dove 150 soldati e partigiani si opposero strenuamente a 2000 fra tedeschi delle SS e italiani della Rsi nella prima battaglia della guerra di Liberazione. L'omaggio commemorativo è in onore degli “eroi” nazisti. Lo stesso gruppo non manca ogni anno di festeggiare la nascita di Hitler “...con un raduno al quale partecipano centinaia di naziskin”. Nel dicembre del 2017 la sede dell'associazione Do.Ra. viene posta sotto sequestro dalla magistratura e il suo capo viene denunciato. Secondo l'accusa “... i vertici del sodalizio hanno tentato con la loro attività di propaganda e con una serie di iniziative sul territorio, di ricostruire il disciolto Partito fascista.” La collaborazione di Bran.co onlus alla suddetta iniziativa avviene anche tramite la partecipazione, all'incontro formativo previsto nel pomeriggio, di due sue rappresentanti dell'Ufficio tutela dell'infanzia. Una di queste, Daniela Casagrande, così viene descritta in un dossier dell'Osservatorio sulle nuove destre del 8 gennaio 2016: “Conviene ricordare che la responsabile dell'Ufficio Tutela Infanzia di Bran.co. è Daniela Casagrande, conosciuta anche come “Daniela Milano” attiva nell'organizzazione dei concerti nazirock che periodicamente ci ritroviamo nella zona di Milano. E che, quanto a lotta alla violenza, ha un passato un po' compromettente. Nel gennaio del 2006 fece parte del gruppo che, con il volto coperto da passamontagna e armati di mazze, catene e chiavi inglesi, tentò di fare irruzione, con una vera e propria spedizione punitiva, in un locale di Bari, “La taverna del maltese”, affollata da un pubblico di sinistra. Non essendo riusciti a entrare, si accontentarono di scrivere frasi contro i “rossi” e a disegnare svastiche sulle saracinesche. All'arrivo della polizia Daniela Casagrande fu fermata.” Il tutto come ripreso a suo tempo dai quotidiani nazionali come si può leggere su il Giornale del 4 gennaio 2006.

Quali i rapporti tra il sindaco Dario Allevi e Lealtà Azione? Come riportato nella precedente puntata la presenza di Allevi alla manifestazione di Lealtà Azione del 18 febbraio 2017 e al dibattito presso la sua sede del 18 maggio dello stesso anno, conferma quanto meno una condivisione di intenti su alcuni temi. D'altronde la militanza nel Fronte della Gioventù e quindi la condivisione giovanile degli stessi ideali è in comune con altri membri dell'associazione. Senza dimenticare che la carica di assessore allo Sport e agli Eventi nel 2009, quanto fu eletto in Provincia e dovette lasciarla insieme a quella di vicesindaco, passò direttamente ad Andrea Arbizzoni. Più di recente, in occasione delle Pulizie di primavera 2018, li vediamo entrambi insieme all'assessore all'istruzione Maffè e ai militanti dell'associazione Bran.co, mentre continuano ad essere assicurati i patrocini dell'amministrazione comunale alle loro iniziative.

dal sito facebook di Bran.co onlus - iniziativa del 5 maggio 2018

Come si può vedere Lealtà Azione ha un filo comune con tutti i suddetti personaggi monzesi e molto probabilmente tutto ciò non è un caso. Il ricercatore storico Elia Rosati, nella sua presentazione a Monza del libro “Storia di Ordine Nuovo” – di cui è coautore insieme ad Aldo Giannulli – avvenuta il 1° dicembre 2017 su iniziativa dell'ANPI, ha dichiarato come l'assessorato alla partecipazione sia una carica ambita dai gruppi dell'estrema destra, proprio per avere facile gioco nella promozione e divulgazione delle loro iniziative.

Qual è l'inno di Lealtà Azione? Può sembrare una domanda bizzarra ma la lettura o l'ascolto del brano è interessante per capire il rapporto del gruppo con la violenza e i propri ideali di riferimento. Il testo è tratto dal sito “Archivio non conforme” mentre il brano lo si può ascoltare su youtube:

Un gladio con il lupo, vessillo di guerra ed amore
Un branco di fratelli in questi tempi non troppo belli
Lo sguardo al passato, mente e cuore nel futuro
La sfida è già iniziata: riprendersi il domani!

Lealtà azione, lealtà azione, lealtà azione: vessillo di guerra ed amore!
Lealtà azione, lealtà azione, lealtà azione: vessillo di guerra ed amore!

Formazione per la mente, fare capire a questa gente
I valori che cerchiamo noi li troviamo in Corneliu Zelea Codreanu
Vita audace, non pigrizia: la nostra forza è la milizia
La vittoria arriverà nelle nostre città!

Lealtà azione, lealtà azione, lealtà azione: vessillo di guerra ed amore!
Lealtà azione, lealtà azione, lealtà azione: vessillo di guerra ed amore!


Valori che ancora una volta vediamo legati in modo indissolubile a un personaggio, Corneliu Zelea Codreanu, di cui abbiamo già parlato ma che vale la pena riprenderne il profilo. Il ricercatore storico Elia Rosati, nel suo ultimo libro “CasaPound Italia. Fascisti del terzo millennio” (ed. Mimesis aprile 2018) riporta quanto segue a riguardo di Codreanu: “ … fascista e tradizionalista ortodosso, si era contraddistinto fin da leader studentesco per imprese violente e terroristiche anticomuniste e ferocemente antisemite. Fu più volte arrestato (ma sempre assolto o graziato) e nel 1927 fondò la Legione dell'Arcangelo Michele (e nel 1930 il suo braccio armato, la “Guardia di Ferro”), un partito paramilitare fascista e tradizionalista che si dedicò alla propaganda violenta e a veri propri progrom. Codreanu terminò la sua vita politica in carcere, nel 1938 accusato d'intelligenza col Terzo Reich, dove venne ucciso durante un tentativo di evasione.

A parziale conclusione di questa ultime due puntate che hanno visto al centro dell'attenzione Lealtà Azione, le sue varie branche e uomini che rivestono un ruolo nelle diverse istituzioni locali, i fatti ci dicono che: l'amministrazione comunale di Monza ha dato il patrocinio a più iniziative della Onlus Bran.co, branca dell'associazione Lealtà Azione, gruppo di estrema destra che ha fra i suoi mentori dei neonazisti. I fatti ci dicono che Bran.co. è non solo una Onlus identitaria e ideologica ma, in quanto operando “per l'aiuto e il sostegno, morale o materiale di quanti ne condividono gli ideali, i valori, i principi etici e lo stile di vita” trattasi di una associazione autoreferenziale dedita al proprio sviluppo e alla propria crescita, nonché alla propaganda dei propri ideali e valori. I fatti ci dicono inoltre che questi ideali e valori sono mostrati e propagandati a seconda della convenienza del momento e della opportunità politica, vista la propensione a comparire e poi sparire sui siti web delle associazioni di estrema destra. Lo stesso tenore della narrazione fatto dai propri militanti mantiene questa ambiguità di fondo tra il detto e il non detto, tra l'apparire e l'essere. I fatti ci dicono che le varie branche (Bran.co., Memento etc.) sono gli strumenti per mezzo dei quali Lealtà Azione cerca di dare concretezza al proprio pensiero e di fare opera di proselitismo e propaganda dei propri ideali, senza apparire in prima persona. I fatti ci dicono che l'assessore Arbizzoni fa parte della comunità politica e umana di Lealtà Azione, ciò significa che ne condivide gli ideali e i valori più sopra riportati; che lo stesso assessore è volontario di Bran.co. e che in qualità di assessore alla partecipazione ha facile gioco nel garantire alla propria associazione di riferimento la partecipazione del Comune di Monza alle iniziative dell'associazione stessa. I fatti ci dicono che Lealtà Azione egemonizza gli ultras del SAB Monza e intreccia gemellaggi con altri club ultras per lo più marcatamente di estrema destra tra i quali il Battalòn Gijon da più parti individuato di ispirazione neonazista. I fatti ci dicono che Lealtà Azione, attraverso la sua branca Memento è parte ideativa e attiva delle parate commemorative dei caduti della Rsi. Ci dicono che il sindaco Dario Allevi ha un rapporto quanto meno di attenzione con Lealtà Azione, dovuto non solo alla comunanza politica di gioventù con alcuni dei suoi membri, ma anche alla partecipazione, condivisione di eventi politici e culturali. Alla prova dei fatti Lealtà Azione è un'associazione di estrema destra di chiaro stampo neofascista, sia pur più accorta, nel dichiaralo apertamente, di altri gruppi della galassia nera come vedremo più avanti. A ciò si aggiunge una preoccupante contiguità con il neonazismo dovuta, come abbiamo riportato, alla sua vicinanza al movimento Hammerskin e a gruppi della galassia neonazista, nonché ad alcuni dei propri riferimenti ideali. Da ultimo ma non meno importante, i fatti ci dicono che molto probabilmente vi è scarsa consapevolezza di tutto ciò da parte degli altri componenti la giunta comunale monzese, in particolare della sua ala più moderata. Così come, i fatti ci dicono che tale mancanza di consapevolezza potrebbe riguardare anche una parte della cittadinanza, coinvolta dalla stessa amministrazione comunale in eventi pubblici aperti, volti a promuovere una partecipazione attiva anche a livello di quartiere, in cui formazioni neofasciste, travestite da associazioni caritatevoli o di pubblico servizio, aggregano intorno a obiettivi immediatamente condivisibili, persone ignare della loro reale identità, dei principi e degli ideali che ne hanno segnato la genesi, lo sviluppo e le strategie di azione. Infine i fatti ci dicono, è cronaca di queste ultime settimane, che la consapevolezza su tali fatti sta comunque crescendo, quantomeno tra le associazioni e gruppi organizzati di cittadini monzesi.


La recente iniziativa alla Cascina del Sole del 22/09/18, ha visto la netta presa di posizione di alcune organizzazioni coinvolte nell'iniziativa a fianco della Onlus Bran.co. La prima a ritirare il proprio sostegno è stata Coop Lombardia denunciando “ ... la partecipazione, da quest'anno, di soggetti incompatibili con i nostri valori ...”. Stessa posizione assume Consorzio Comunità Brianza e Sociosfera, una delle onlus associata al consorzio. Le preoccupazioni si estendono anche all'iniziativa che si terrà il giorno successivo, domenica 23 settembre, presso il quartiere san Donato, nell'ambito della festa della Consulta di quartiere Regina Pacis-San Donato dal titolo “Il giardino delle culture”. Il Comitato Brianza Antifascista invita i partecipanti alle due iniziative a seguire l'esempio delle cooperative che hanno ritirato la propria partecipazione all'evento. Da parte delle istituzioni l'assessore Merlini alle Politiche Sociali, responsabile della prima iniziativa, si limita a spiegare come: “Nessuna delle 35 associazioni ha sollevato obiezioni sulla presenza di BranCo, che è una Onlus legalmente riconosciuta, di Monza (requisito essenziale) e che si occupa di aiuto alle famiglie.”; mentre l'assessore alla partecipazione Arbizzoni, responsabile delle Consulte, manda un messaggio che non lascia dubbi: “Ogni anno assegniamo più di 2mila euro a ciascuna Consulta per l'organizzazione di feste di quartiere. A queste feste possono partecipare non solo le associazioni presenti in consulta, come BranCo che lo è da sette mesi, ma anche le altre. Ora mi domando: è da due mesi che le associazioni si riuniscono per organizzare 'Il giardino delle culture' e solo ora sorgono problemi? Dov'erano prima gli ipocriti che si riempiono la bocca con la parola partecipazione e adesso istigano al boicottaggio di una festa il cui ricavato sarà devoluto all'Opera San Vincenzo? Chi ritirerà la propria adesione alla festa di dopodomani si assumerà la responsabilità di questa scelta perché io mi regolerò per il futuro…”. In realtà va segnalato che il Comitato di cittadini San Donato, sia pur informalmente, il 22/05/2018, venuto a conoscenza dell'ingresso di Bran.co. onlus nella consulta, chiese chiarimenti al rappresentante della consulta cittadina senza ricevere risposta alcuna. Richiesta che è stata nuovamente presentata la settimana scorsa dopo la festa in quartiere. Il Comitato di quartiere Sant'Albino (http://comitatosantalbino.blogspot.com/search/label/%23BRAN.CO) dal canto suo denuncia sul suo blog, con un post del 21/09/18, come Bran.co sia “... una emanazione di Lealtà e Azione, organizzazione di simpatie neonaziste che si occupa di solidarietà MA SOLO PER ITALIANI.”

Umberto De Pace

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
0 - Prologo
1 - Perché Monza?
2 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 1
3 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 2
4 - Forza Nuova - 1
5 - Forza Nuova - 2



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  6 ottobre 2018