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SCUOLA
Libera Scuola in Libero Stato
a cura di Sandro Invidia

Scuole pubbliche? Scuole private? Libertà di scelta? Pari opportunità?
Sono queste, in sintesi, le opzioni oggi in discussione, in materia di scuola.

Ci sono da una parte quelli che sostengono che l'ultima parola, in tema di educazione, spetti alle famiglie, le quali devono essere lasciate libere di decidere sull'indirizzo da dare alla formazione dei propri figli.
I paladini di questa battaglia ritengono che oggi questo diritto sia conculcato e pretendono giustizia. Vedono nel pubblico un sistema fortemente orientato in senso ideologico e chiedono la libertà di optare per orientamenti ideologici differenti.
Sostengono che, comunque la si pensi, un po' di sana concorrenza non possa fare altro che bene alla nostra scuola, anche pubblica.

Sull'altro versante ci sono, invece, coloro che credono che in Italia non esista il monopolio statale dell'istruzione. Che la scuola pubblica non possa, per propria natura, essere ideologica.
Che chiedono il rispetto della Costituzione, che lascia libera l'iniziativa privata, purché senza oneri per lo Stato. Che ritengono compito di una nazione garantire parità di opportunità (scolastiche, in primis) a tutti, senza distinzione di censo, di status, di religione. Che il servizio aggiuntivo o prestigioso debba essere lasciato alla libera decisione dell'individuo, ma senza oneri per la collettività.

La battaglia può sembrare di retroguardia, e invece non è così: oggi sulla scuola, esattamente come sulla famiglia, sui diritti acquisiti dei lavoratori, sull'immigrazione, sulla globalizzazione neoliberista, si sta combattendo una battaglia di civiltà che travalica il dato concreto e si configura come l'agone in cui si disegnano le nuove appartenenze e i nuovi schieramenti ideali del futuro.
S.I.

GLI ARTICOLI DI ECO E DI SCALFARI

La polemica
Se nasce una scuola privata per laici
Umberto Eco su la Repubblica del 31.08


Una volta Pitigrilli aveva scritto che leggeva tutte le mattine l'articolo di fondo del suo direttore per sapere che cosa doveva pensare. È un principio che (con buona pace di Ezio Mauro) non condivido, almeno non sempre. Ma è certo che talora, per sapere che cosa si deve pensare, si scrive un articolo noi stessi. È un modo di raccogliere le idee. Ecco perché vorrei dire alcune cose sulle varie polemiche circa la scuola privata, e indipendentemente dai particolari tecnico-parlamentari del caso italiano.
Chiediamo a qualcuno se in un paese democratico sia lecito a chiunque stabilire un insegnamento privato, e a ogni famiglia scegliere per i figli l'insegnamento che ritengono più adeguato. La risposta deve essere certamente sì, altrimenti in che democrazia siamo? Chiediamo ora se qualcuno, che ha speso un capitale per comperarsi una Ferrari ha il diritto di andare a duecento all'ora in autostrada. È triste per chi ha fatto questo investimento, e per Luca Cordero di Montezemolo, ma la risposta è no. E se io ho impiegato tutti i miei risparmi per comprarmi una casetta proprio in riva al mare, ho diritto che nessuno venga a mettersi sulla spiaggia davanti a me per far baccano e gettare cartaccia e lattine di Coca Cola? La risposta è no, devo lasciare un passaggio libero perché c'è una striscia di spiaggia che è di tutti (al massimo posso chiamare la polizia e denunciare chi la sporca).
Il fatto è che in democrazia chiunque ha diritto a esercitare le proprie libertà purché questo esercizio non rechi danno alle libertà degli altri.


Chi deve pagare la scuola privata
Eugenio Scalfari su la Repubblica del 2.09

Non mi sono affatto stupito (l'ho già scritto domenica scorsa) degli applausi e delle "ola" con i quali fu accolto il discorso sulla scuola privata e le lance spezzate in suo favore della signora Moratti al Meeting ciellino di Rimini: quella platea è clericale quant'altre mai nel panorama della Chiesa italiana e sa bene chi merita l'applauso e chi i fischi e i berci. "Unicuique suum", non è vero?
Né considero sorprendenti gli incoraggiamenti e le difese della linea scelta dal ministro dell'Istruzione da parte di alcuni sedicenti liberali che da tempo si sono messi in servizio permanente o di complemento del governo e che proprio sui temi della scuola hanno concentrato da tempo la loro attenzione in concorde convergenza di pensiero con il Cardinal-Vicario, coi giovanotti di Cl e con tutta quell'ala della gerarchia ecclesiastica che non brilla certo per ampiezza e libertà di vedute.
Questi commentatori mi hanno molto sgridato per aver io osato, a proposito della signora Moratti, "sparate demagogiche e toni di rissa", lei che viceversa al Meeting di Cl si era espressa "con un garbo, un buon senso e una fermezza che le fanno onore". Garbo verso gli interessi del Vaticano e della consorteria delle Opere certamente, fermezza nel puntellare il garbo sicuramente, buon senso non direi proprio. Vogliamo parlarne?


IL DIBATTITO SUL NOSTRO FORUM

Giacomo Correale «Buttiglione sulle scuole», Marco Longoni e Sandro Invidia



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 8 settembre 2001