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REALTÀ VIRTUALE
Realtà virtuale e apprendimento
Tania Marinoni


Grazie alla sua grande versatilità e alle sue straordinarie potenzialità la realtà virtuale viene già oggi impiegata in diversi ambiti per massimizzare l'efficienza sia in termini economici che di tempo. La formazione specialistica sta beneficiando di queste strumentazioni in numerosi settori e quelle esperienze che attualmente risultano fantascientifiche e pionieristiche costituiranno in un futuro prossimo indispensabili strumenti applicativi.
I futuri chirurghi possono condurre un intervento su un paziente invece che su cadaveri o manichini, mentre gli allievi piloti si levano in volo, pur rimanendo con i piedi per terra. Un esempio in Italia, per l'applicazione in aeronautica, è rappresentato dalla “Scuola di volo 2.0” , fiore all'occhiello della Brigata Aerea di Pisa. Il centro con la sua “stanza magica” simula dalla fase di decollo a quella di atterraggio una cabina di pilotaggio, offendo ai suoi allievi un “iter addestrativo completo”.

Dismounted Soldier Training System

Annientamento di un gruppo di persone con un razzo. Purtroppo qui non è simulazione ma realtà: in Irak, all'uscita da una moschea

La VR rappresenta quindi un importante strumento con cui allenare le abilità specifiche richieste da ciascun contesto, ma costituisce anche un valido mezzo con cui imparare a percepire il pericolo e a stimare il rischio intrinsecamente connesso ad alcune attività. In ambito militare i soldati possono simulare gli scontri su campi di battaglia virtuali e imparare a gestire lo stress di combattimento: è grazie al sistema Dismounted Soldier Training System, infatti, che l'esercito americano si addestra in numerosi scenari bellici, senza impiegare munizioni reali.
Il cantiere, luogo di lavoro che registra il più alto numero di infortuni e di decessi l'anno, con le nuove tecnologie viene praticato dagli operatori senza che mettano a rischio la loro incolumità: Napoli è la città in cui si sperimenteranno le tecniche di realtà virtuale e di realtà aumentata per formare alla sicurezza in edilizia il personale.

Ma la VR offre il suo importante contributo non solo in settori specialistici, ma anche nella cosiddetta scuola dell'obbligo, traducendo i contenuti delle materie proposte agli studenti in sorprendenti esperienze educative.
Proprio relativo alla formazione scolastica è uno dei due esempi di applicazione della realtà virtuale, che di seguito si ritiene opportuno trattare. Vengono illustrati, nel seguito dell'articolo, due esperimenti, che recentemente hanno suscitato un notevole interesse mediatico, rappresentando un vero e proprio “evento”, ciascuno nel proprio ambito di afferenza: quello medico e quello scolastico.


Il 14 aprile 2016 verrà ricordato dalla storia della medicina come una data rivoluzionaria, come il giorno che ha permesso a futuri chirurghi di seguire un intervento attraverso le tecniche di realtà virtuale. A capo dell'esperimento, il dottor Shafi Ahmed, che nel 2014 aveva trasmesso per la prima volta in streaming l'asportazione di una massa neoplastica dal fegato di un paziente. In quell'occasione all'evento avevano partecipato, tra studenti e professionisti, in 1300, connessi da più di cento paesi diversi. Otto mesi fa, al Royal London Hospital, è nuovamente il dottor Shafi Ahmed a stupire la medicina con un altro evento telematico, simile al precedente, ma inedito per quanto concerne le modalità di partecipazione del pubblico. Questa volta muta sensibilmente il ruolo dello spettatore, che da passivo diventa attivo: in tal modo il fruitore dell'inedita esperienza viene coinvolto in prima persona a rimuovere una formazione neoplastica dal colon di un paziente. Il gap temporale di un solo minuto che intercorre tra lo svolgimento dell'operazione e la sua ricezione da parte degli utenti, muniti di visore o di semplice smartphone, è del tutto irrilevante nella percezione dell'evento, ma risulta necessario per interrompere la trasmissione in caso di complicazioni. Seguire, seppur in diretta, un'operazione chirurgica poco si scosta dalle modalità classiche di fruizione, da sempre proposte negli ambienti accademici. Per secoli, infatti, i chirurghi si sono formati assistendo in diretta ad interventi eseguiti da professori, oppure attraverso i filmati offerti dalle registrazioni video. La vera rivoluzione, che si appresta a rinnovare sensibilmente la formazione medica, consiste invece nel poter eseguire un'operazione con le proprie mani, o, meglio, ad avere la sensazione di poterla condurre in prima persona. L'evento ha offerto una straordinaria opportunità di apprendimento e di applicazione pratica delle nozioni teoriche apprese, grazie anche alla possibilità di interazione con il chirurgo, che in prima persona conduceva l'operazione. Durante l'intervento, infatti, gli spettatori hanno potuto interagire con il dottor Ahmed, sottoponendogli diversi quesiti, ai quali il medico ha poi riposto senza interferire con l'intervento che stava eseguendo. L'evento, oltre a offrire a futuri chirurghi una grande opportunità di apprendimento, rappresenta anche un valido strumento con cui rendere omogenea la formazione medica in tutto il mondo: aspetto fondamentale, questo, nei paesi in via di sviluppo oppure in quelli coinvolti in guerre, dove spesso le tecniche introdotte dalla modernità non sono tuttora patrimonio consolidato nella pratica.


Ma se in campo medico il consenso per l'introduzione tecnologica è unanime, in ambito pedagogico la tematica risulta piuttosto controversa. L'Istituto Industriale e Liceo delle Scienze Applicate Ettore Majorana di Brindisi è la prima realtà scolastica ad accogliere le tecniche di realtà virtuale, con l'introduzione nella didattica del visore Oculus Rift. Il preside dell'istituto, Salvatore Giuliano, vede nello strumento, solitamente diffuso in ambito videoludico, un valido ausilio nell'apprendimento. Dai contenuti 3D stereoscopici all'Ettore Majorana si passa a quelli di realtà virtuale, per garantire agli studenti esperienze molto più formative. Biologia, Chimica, Storia dell'Arte divengono materie da conoscere non più attraverso manuali, ma grazie a coinvolgenti esperienze. Ma l'Ettore Majorana non si ferma qui e pensa a fornirsi, in futuro, di Leap Motion (dispositivi che registrano i movimenti della mano, delle dita o di matite e li rigenerano in tre dimensioni) da applicare alle mani di allievi che avranno la sensazione di maneggiare provette e condurre esperimenti in laboratori di chimica.


Accanto all'entusiasmo crescente suscitato dalle grandi opportunità offerte in ambito didattico dagli strumenti di VR, si levano anche le voci contrarie alla rivoluzione intrapresa tra i banchi di scuola. Chi si oppone alla nuova offerta formativa prevede le maggiori criticità, oltre che in campo economico, anche in ambito relazionale e cognitivo: gli studenti incontrerebbero maggiori difficoltà a comunicare con i compagni di studio, oppure accuserebbero disturbi come, ad esempio, la nausea, che comprometterebbero la concentrazione necessaria per seguire le lezioni.

In un mondo sempre più pervaso dalla tecnologia, sarebbe anacronistico e limitante non avvalersi delle nuove strumentazioni, anche nella formazione. Ma nello stesso tempo l'introduzione a scuola delle tecniche di VR richiede certamente di valutare con attenzione tutte le possibili conseguenze che ciò potrebbe comportare sull'apprendimento degli alunni ed eventualmente adottare le misure necessarie per contrastare i possibili effetti negativi.
Come insegna la filosofia, infatti, non ha senso indagare sotto il profilo etico la tecnologia in sé, ma piuttosto le modalità di utilizzo dei nuovi strumenti. Nel caso specifico è bene quindi che la scuola consideri, oltre all'aspetto contenutistico della formazione, anche quello, non meno importante, delle relazioni.

Tania Marinoni

REALTÀ VIRTUALE
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  15 dicembre 2016