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 NOTIZIE CHE I VOSTRI MEDIA NON VI RACCONTANO, QUALCUNA SÌ, MA NON A LUNGO 
a cura di Barbara Schiavulli, Alessia Cerantola, Cecilia Ferrara, Paola Mirenda, Dario Clemente

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Iraq: le forze governative hanno preso il controllo di alcuni quartieri periferici di Ramadi, capoluogo della provincia sunnita di Al Anbar in mano all’Isis. I militari dicono di aver riconquistato il 60 per cento della città, ma il Pentagono parla della sola periferia. Ieri nel paese sono morte 116 persone e 22 sono state ferite per scontri, agguati e bombardamenti. A Badush la coalizione guidata dagli americani ha bombardato e ucciso 11 civili. Molti i feriti. A Baaj giustiziati dall’Isis tre medici che non volevano giurare loro fedeltà. Da quando è cominciata la risposta americana alla presenza dell’Isis, i combattenti stranieri, in 16 mesi, sono più che raddoppiati. Nel giugno 2014 si stimavano circa 12mila combattenti stranieri, ora si parla di 31mila. Secondo un rapporto ci sarebbero 6.000 militanti provenienti dalla Tunisia, 2.500 dall’Arabia Saudita, 2.400 russi, 2.100 dalla Turchia e 2.000 dalla Giordania. Dall’Europa sono 5.000, di cui 1.800 solo dalla Francia. La grande preoccupazione riguarda i combattenti che ritornano in patria, circa il 20-30 per cento. Yemen: bombardamento saudita nella città portuale di Mokh, con almeno 35 morti e decine di feriti, proprio mentre il premier deposto Hadi, sostenuto dalla coalizione saudita, ha annunciato un cessate il fuoco a partire dal 15 dicembre e fino al 21, in coincidenza con i colloqui di pace delle Nazioni Unite. Anche i ribelli Houthi hanno accettato l’accordo, a patto che i sauditi smettano di bombardare. I dettagli dei colloqui delle Nazioni Unite saranno tenuti segreti alla stampa. Siria: un comandante e un bambino soldato erano tra gli undici morti dell’Isis uccisi durante un bombardamento a Raqqa, roccaforte del sedicente Stato Islamico. La Russia lancia il suo primo bombardamento via sottomarino, mentre a Riad sono tutti riuniti a parlare di pace siriana. Diffuso un video dei ribelli siriani che fingono un’esecuzione di combattenti dell’Isis catturati: li fanno inginocchiare esattamente come fanno quelli dell’Isis, caricano le pistole, puntano le armi alle teste e poi appare la scritta: “I musulmani non sono criminali, questa non è la nostra politica, noi non siamo il diavolo”. Tornano i ribelli che mettono via le pistole e se ne vanno. La contro propaganda è la risposta di un gruppo di ribelli ai video raccapriccianti delle esecuzioni diffuse dai jihadisti. I prigionieri vengono poi riportati in cella. Il gruppo di hacker degli Anonymous, che combatte una guerra virtuale contro l’Isis, ha lanciato un invito agli internauti per unirsi a loro nel trolling day. La campagna, che sarà su tutti i social media, prevede di postare foto che prendono in giro l’Isis. L'hashtag di riferimento è #Daesh (ma anche #Daeshbags). Israele e Palestina: 15 mesi di prigione per attività politica a una avvocatessa palestinese. Crisi sfollati: sono sei i bambini morti davanti alla Turchia, tra loro un neonato. Il corpo di una bimba siriana è stato trovato su una spiaggia dell’Egeo. Si chiamava Sajida. Altre 11 vittime su un barcone diretto alle Canarie. Le Nazioni Unite chiedono alla Giordania di aprire la frontiera a 12mila sfollati. La Commissione dell’Unione Europea intente aprire una procedura nei confronti dell’Italia e di altri paesi per non aver raccolto e inserito nel sistema Eurotac le impronte digitali dei migranti richiedenti asilo. Francia: attese le liste per il ballottaggi, tutti contro la destra di Le Pen Inghilterra: i veterani che hanno combattuto in Afghanistan e Iraq si sono dati appuntamento a Downing Street per lanciare le loro medaglie in strada come protesta per i bombardamenti in Siria, ai quali da pochi giorni partecipa anche la Gran Bretagna. “Ridiamo indietro le nostre medaglie”, racconta Daniel Lenham, che ha servito nell’aeronautica dal 2002 al 2014. “Queste invasioni, attacchi, occupazione hanno causato grandi distruzioni, ucciso migliaia di persone e distrutto intere società. Bombardare non è la soluzione, è il momento di fermarsi”. Afghanistan: nonostante i rapporti tesi con il Pakistan, il presidente afghano Ghani è arrivato a Islamabad dove, insieme al premier pakistano, presiederà la quinta Conferenza ministeriale Heart of Asia. Intanto non è ancora completamente concluso l’attacco dei talebani contro l’aeroporto civile e militare di Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. Il bilancio è di almeno dieci talebani uccisi dai militari. Sono invece 54 i morti e decine di feriti in uno scontro tra talebani nell’ovest vicino ad Herat. I comandanti fedeli al nuovo leader al Mansour si sarebbero scontrati con quelli fedeli al mullah Rasool. Stati Uniti: la Camera dei rappresentanti dà l’ok a una stretta sui visti che ora saranno necessari per chiunque abbia visitato la Siria o l’Iraq. Nuova sparata di Donald Trump, candidato alle prossime elezioni e ormai inarrestabile: “chiudiamo internet”, ha detto. “Alimenta l’estremismo”. Cile: muore il miliardario Tomkins in un incidente in kayak. Aveva 72 anni ed era stato tra i fondatori di The North Face. Era impegnato in progetti per l’ambiente in Cile e in Argentina. Rep. Centrafricana: scontri e sparatorie a Bangui ieri, dopo l'annuncio dei nomi dei candidati ammessi alle elezioni presidenziali. Rigettata la candidatura dell'ex presidente François Bozizé, ma anche quella di Edouard Ngaissona, ex leader antibalaka. Sono stati ascoltati ieri per la prima volta dalla giustizia francese i quattro militari della missione Sangaris accusati di violenza sessuale contro minori in Repubblica centrafricana. Hollande ha promesso che la giustizia sarà «implacabile». Nigeria: un intero villaggio è stato incendiato domenica da uomini di Boko Haram nell'est del Paese. Arrivati in moto all'alba nel villaggio di Takulashi, i miliziani hanno dato fuoco a tutto dopo aver saccheggiato le riserve alimentari del villaggio. “Non erano molti, ma erano molto armati", ha testimoniato un abitante. Burundi: i colloqui di ieri tra la delegazione del Burundi e quella di Bruxelles si sono chiusi rimandando a una apposita commissione le decisioni da prendere, ma avvertendo che nel frattempo, a norma dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, verranno congelati alcuni dei progetti già in corso e limitati alle sole esigenze umanitarie nuovi progetti. Somalia: le autorità locali riferiscono che un cittadino statunitense che per quattro anni ha combattuto con il gruppo al Shabaab si è consegnato alla polizia somala dichiarandosi pentito della sua scelta. John Malik, 31 anni, del Maryland, ha dichiarato ai giornalisti che la sua decisione è stata presa due mesi fa, quando si è reso conto che la loro ideologia era sbagliata e che odiava i membri del gruppo. Sud Sudan: combattimenti nello stato di West Equatoria. Le stazioni radio locali parlano di scontri tra soldati e una milizia giovanile locale conosciuta come Arrow Boys, che il mese scorso si è alleata ai ribelli di Riek Machar. Kenya: uno striscione anti preservativi ha scatenato una polemica tra il National Aids Control Council e la Chiesa cattolica. Lo striscione, che mostra uno scheletro umano su fondo nero, è accompagnato dalla scritta “Era un fedele utilizzatore di condom. Ma un preservativo su 12 si rompe”. Lo striscione è commissionato dall'organizzazione ecclesiastica Human Life International ed era stato posto al Whispers Park di Nyeri. Il Consiglio lo ha fatto rimuovere, ma Human Life ha promesso di ideare una campagna ancora più forte contro l'uso del profilattico. Una coppia britannica è stata condannata a sei anni di carcere per riduzione in schiavitù di un nigeriano, portato in Gran Bretagna quando aveva 14 anni e costretto a lavorare come schiavo per oltre vent'anni. I due lo minacciavano di farlo arrestare come clandestino se si fosse ribellato e il ragazzo gli ha creduto. Corea del Nord: gli Stati Uniti impongono nuove sanzioni alla Corea del Nord per la sua presunta proliferazioni di attività armate. Le sanzioni sono per lo Strategic Rocket Force, il Dipartimento della direzione di artiglieria delle forze armate nordcoreane, due banche e tre aziende di trasporti coinvolte nel traffico di armi. Le sanzioni vanno a colpire le aziende o i cittadini che portano avanti trattative commerciali sospette con Pyongyang. Australia: il misterioso creatore del bitcoin, la moneta elettronica, conosciuto con lo pseudonimo giapponese di Satoshi Nakamoto, non sarebbe Doriam Nakamoto, un nippo-americano che vive a Los Angeles, come aveva scritto Newsweek. Per la rivista Wired si tratterebbe invece di un 44enne australiano, Craig Steven Wright. A rivelarlo documenti su una comunicazione segreta svelata tra Wright e gli avvocati in cui scriveva: “Ho fatto di tutto per nascondere il fatto di aver portato avanti il Bitcoin dal 2009”. Giappone: arrestato un coreano sospettato di aver messo una bomba nel discusso santuario Yasukuni, dedicato ai caduti in guerra, inclusi i criminali. India: il ministro degli Esteri indiano Sushma Swarai è a Islamabad per una conferenza sulla sicurezza sull’Afghanistan, dove parlerà anche con ufficiali pachistani. Gli abitanti di Pechino, la città bloccata da smog che ha superato i livelli di tolleranza, hanno deciso di dare un po’ di colore alle mascherine bianche e hanno creato una vera e propria moda con colori, loghi e materiali di ogni tipo da indossare per proteggere e filtrare quel che entra attraverso il naso camminando per le strade di Pechino.
RASSEGNE DELLA SETTIMANA
07 dicembre
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09 dicembre
10 dicembre
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