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Democrazia ed estrema destra
Il caso monzese
Umberto De Pace

fasci

Tra i tanti problemi che l'Europa si trova oggi di fronte, il riemergere di movimenti di ispirazione fascista e o nazista sarebbe un grave errore ritenerlo un fenomeno marginale. Se era prevedibile che tra gli effetti della grande crisi economica mondiale di questi anni, accompagnata dall'imponente fenomeno delle migrazioni, vi fosse anche la deriva populista, xenofoba e razzista, le politiche fin qui adottate per contrastarla, in gran parte hanno contribuito ad ampliare il consenso verso chi con demagogia e spregiudicatezza sfrutta il disagio sociale per i propri scopi e fini politici.
Le radici
dell'estrema destra monzese - 2


Le affermazioni e gli scritti di Guido Giraudo vanno contestualizzati nell'ambito della propaganda militante, come quando afferma, nel libro “Cuori Neri” di Luca Telese: “ ... fra noi e i sanbabilini c'era un abisso: nessuno di noi ha mai indossato un paio di Ray-Ban, mai calzato scarpe a punta in vita mia, eravamo militanti. Mentre ai sanbabilini, invece, della politica importava poco o nulla, per loro fare i “fasci” era poco più di una moda.”

Sanbabilini davanti al bar Europa

Tenuto conto che Guido Giraudo come abbiamo visto nelle precedenti puntate, viene annunciato fra le personalità presenti all'inaugurazione della nuova sede di “Cuore Nero” a Milano nel 2007, insieme a Maurizio Murelli , condannato a 18 anni di carcere per omicidio dell'agente Antonio Marino, causato dal lancio di una bomba durante una manifestazione a Milano il 12 aprile del 1973, il quale oltre ad essere iscritto al MSI fu anche uno dei protagonisti centrali dell'esperienza sanbabilina , forse il presunto ”abisso” citato, tra i militanti del MSI e i sanbabilini non era poi così profondo. Difatti al di là delle mezze verità sugli usi e costumi dell'epoca negli anni '70: “ ... la situazione milanese era caratterizzata dal fenomeno dei “sanbabilini”: un'area giovanile genericamente di destra, in gran parte non aderente al Msi né ad alcun gruppo della destra extraparlamentare, ma intermedio tra uno e l'altra, che forniva la maggior parte della massa di manovra per gli scontri di piazza (come quello del 12 aprile 1973). A piazza San Babila si incontravano e si confondevano giovani del Fdg, di An (ndr: Avanguardia Nazionale), del Mpon e senza tessera, costituendo un unico magma di problematica governabilità. Ne conseguiva che il Msi, per mantenere la sua egemonia sulla destra giovanile, non poteva rompere con l'area dei sanbabilini, ma, per mantenere rapporti con essa, doveva accettare, nel pacchetto, anche gli altri gruppi della galassia extraparlamentare ... ” questo quanto riporta Aldo Giannuli nel suo libro, già citato, “Storia di Ordine Nuovo”. D'altronde Guido Giraudo inizia la sua carriera giornalistica nel 1977 al settimanale il Candido, fino a diventarne vicedirettore nel 1980 e cioè in quella rivista che vide la sua fondazione nel giugno 1945 a Milano, da parte di Giovanni Mosca e Giovannino Guareschi: “Mentre il mondo veniva travolto dalla guerra fredda, l'anticomunismo, inteso visceralmente come “odio per i rossi”, che trasudava da riviste come “Il Borghese” di Leo Longanesi o il “Candido” di Guareschi, divenne il perno su cui elaborare una ricostruzione della storia d'Italia tra il 1943 e il 1948, opposta alla cosiddetta “vulgata antifascista” “ così riporta nel suo “Fascismo e antifascismo” lo storico Alberto De Bernardi (Donzelli editore, ottobre 2018).

Giorgio Almirante
Giorgio Almirante

Per comprendere l'estrema destra odierna e le sue comuni radici è fondamentale capire questo legame: “... i rapporti tra Msi ed estrema destra non segnarono mai una completa separazione organizzativa come, invece, avvenne ben presto fra Pci e gruppi della sinistra extraparlamentare: come già accennato, nella destra fu sempre molto diffuso il costume della doppia tessera – più o meno dichiarata – e il carattere semiclandestino di molti gruppi incoraggiava ulteriormente tale prassi.” anche se “ ... non mancarono ripetuti tentativi della segreteria nazionale missina di prendere le distanze dalla destra extraparlamentare ...“ in particolare da parte di Giorgio Almirante, lo storico segretario nazionale del partito “... salvo tornare sui propri passi dopo qualche tempo, dopo aver constatato la scarsa efficacia delle decisioni adottate.” La “corsa verso l'area extraparlamentare” – così definisce Aldo Giannuli la ricerca continua di consenso da parte del Msi – “ ... ebbe a Milano la sua relazione più ampia.” All'interno del quadro “partito-movimenti” fin qui tracciato va tenuto presente quanto ci ricorda Elia Rosati, nel suo libro “CasaPound Italia. Fascisti del terzo millennio”: “ ... mentre nel 1991 la segreteria di Pino Rauti crollava per gli insuccessi elettorali e Fini prendeva definitivamente il timone del partito, nel Veneto profondo dalle zone grigie a destra del MSI usciva prepotentemente allo scoperto la scena naziskin italiana ...”. Difatti: “ A cavallo degli anni Ottanta e Novanta venne alla ribalta in tutta l'Europa occidentale e nel Nord America la radicalizzazione neonazista di una parte del mondo skinhead ...”. In Italia i primi gruppi si strutturarono “ ... a partire dal 1986, data di nascita di organizzazioni come il “Veneto Fronte Skinheads” (VFS) nel Triveneto, nel Lazio e successivamente in Lombardia ...” e “ Se all'estero furono i partiti radicali a cercare di assoldare o intercettare i naziskin, in Italia i gruppi neonazi si costituirono al di fuori del MSI ... In pochissimi anni una sottocultura fatta di vestiti, pose, iconografie, simboli, aggregazione musicale, senso identitario della crew (“banda”), etica di strada e violenza rozza ed esplosiva conquistò la gioventù di destra e ne allargò notevolmente i confini.” Quella stessa sottocultura che, come abbiamo visto nelle puntate precedenti, darà corpo insieme a ex militanti del MSI all'associazione Lealtà Azione.

Tutto ciò ci riporta alla situazione odierna della nostra città nella quale, come abbiamo visto, i principali protagonisti, siano essi rappresentanti istituzionali o militanti di associazioni, provengono per la gran parte dall'esperienza politica e militante del Movimento Sociale Italiano. Gli strumenti utilizzati sono i medesimi, quali doppie appartenenze a partiti e associazioni, ricerche di consenso elettorale nell'area extraparlamentare, contiguità e intrecci con le ali più estreme e soprattutto la condivisione di una memoria collettiva inossidabile e granitica essendo fondata sul mito e non su una realtà storica. Sia esso un saggio o un romanzo, il mondo dell'estremismo di destra è su tale fondamento che intesse la trama del suo racconto, come ben esprime Domenico Di Tullio nel suo libro “Nessun dolore. Una storia di CasaPound”.


Lealtà Azione, Forza Nuova e CasaPound, come abbiamo potuto vedere, condividono i riferimenti a personaggi fascisti e nazisti quali Lèon Degrelle e Corneliu Zelea Codreanu; i pur differenti programmi politici e metodi di lotta e propaganda non impediscono alla galassia nera di trovarsi fianco a fianco nel celebrare gli anniversari della morte dei propri “martiri” con il rito a braccio teso del presente e i simboli e le bandiere della Repubblica Sociale Italiana. La complessità della Storia non fa parte, non può far parte, del punto vista dell'estremismo politico. Parafrasando quanto scrive il docente di letteratura latina Gian Biagio Conte a riguardo di Omero, nella sua introduzione all'Eneide (ed. grandi classici tascabili Marsilio), si potrebbe dire nel nostro caso che il mito e la storia coincidono semplicemente, l'assoluto e il contingente, il sacro e il profano, costituiscono un unico universo, giacché gli eventi sono vissuti da militanti e regolati dalla loro Idea. E' in questa cornice che vanno lette le affermazioni dei protagonisti monzesi di questa nostra inchiesta. La “comunità umana e politica di Lealtà Azione” a cui rivendica di appartenere l'assessore Andrea Arbizzoni e la sua appartenenza al partito Fratelli d'Italia; il “Noi siamo uniti nel condurre una vita non capita, una vita da ribelli, fuori dagli schemi. Ma siamo noi che viviamo una vita vera, fatta di relazioni forti e durature, a differenza di quella imposta dal modello mondialista!” del leader di Lealtà Azione, nonché capo degli ultras monzesi, Fausto Marchetti; l'atteggiamento ambiguo del sindaco Dario Allevi che da una parte dichiara: “Chi fa apologia di fascismo e nazismo commette reato, ma chi fa polemica politica, anche la più becera, deve avere diritto di parola” e dall'altra partecipa alle iniziative politiche di Lealtà Azione; la mistificazione dell'appartenenza politica di Bran.co, di “Una voce nel silenzio” e delle altre associazioni dell'estremismo di destra, nello svolgimento del loro operato all'interno delle consulte cittadine e della comunità cittadina in cui operano.


E' della scorsa settimana l'ultima iniziativa “culturale” di Lealtà Azione in occasione del centenario della fondazione dei Fasci italiani di combattimento, avvenuta il 23 marzo del 1919. L'associazione, attraverso la sua branca “Memento”, posa al cimitero Monumentale di Milano una targa a imperitura memoria “dei giovani che dedicarono tutto alla Patria e all'idea immortale”. Targa fatta rimuovere prontamente dall'amministrazione comunale.

L'estremismo di destra ha la peculiarità di sapersi destreggiare oculatamente tra le maglie, spesso inevitabilmente lasche, della società democratica. Come abbiamo visto nel corso dell'inchiesta i suoi leader possono partecipare a un tavolo istituzionale per concordare il programma delle celebrazioni, così come organizzare convegni su ex gerarchi nazisti o partecipare a inaugurazioni di sedi culturali a fianco di pregiudicati per omicidio. Gabriele Adinolfi nel suo già citato libello “Sorpasso Neuronico” ci permette ancora una volta di comprendere meglio le dinamiche interne all'area nera: “ ... la ribellione alla svolta di Fiuggi ha innalzato degli steccati che non corrispondono alla realtà.” sentenziando come “ ... solo un allucinato può decidere i contorni e i confini della cosiddetta area.” Nel definire la sua “concezione corsara” Adinolfi non tralascia nessuno dei protagonisti della possibile rinascita: “... ci sono notevoli comunità che hanno tanto da dare e da insegnare sia pure in misura e qualità differente; da CasaPound alle Osa fino ad Orion, da Cuore Nero a sezioni locali della Fiamma Tricolore e di Forza Nuova per non parlare di diverse realtà locali autonome sparse per la penisola tra cui alcune, ma non tutte, “Comunità militanti” “. Monza come abbiamo visto non si è fatta mancare nulla in tal senso.

Umberto De Pace

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
0 - Prologo
1 - Perché Monza?
2 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 1
3 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 2
4 - Forza Nuova - 1
5 - Forza Nuova - 2
6 - CasaPound - 1
7 - CasaPound - 2
8 - CasaPound - 3
9 - Lorien e Progetto Zero
10 - Lorien e Compagnia Militante
11 - A.D.ES.
12 - Le radici dell'estrema destra monzese - 1
13 - Le radici dell'estrema destra monzese - 2



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  5 aprile 2019