prima pagina lente pagina precedente




Democrazia ed estrema destra
Il caso monzese
Umberto De Pace

fasci

Tra i tanti problemi che l'Europa si trova oggi di fronte, il riemergere di movimenti di ispirazione fascista e o nazista sarebbe un grave errore ritenerlo un fenomeno marginale. Se era prevedibile che tra gli effetti della grande crisi economica mondiale di questi anni, accompagnata dall'imponente fenomeno delle migrazioni, vi fosse anche la deriva populista, xenofoba e razzista, le politiche fin qui adottate per contrastarla, in gran parte hanno contribuito ad ampliare il consenso verso chi con demagogia e spregiudicatezza sfrutta il disagio sociale per i propri scopi e fini politici.
Sul neofascismo - 4



In una intervista di qualche anno fa da titolo “Ricordare stanca” (La Repubblica del 26/01/2011) lo storico sociale delle idee, David Bidussa, invitava ad una maggior tenacia e una minore fretta nel trattare temi storici con riferimento al tema della memoria: “ La storia filtrata dai media tende sempre più alla banalizzazione. Per leggere un documento servono molte cose: interpretazione, educazione allo sguardo, conoscenza del suo uso nel tempo.” ammonendo come prevalga “ ... una narrazione mediatica che ormai appartiene alla postmemoria, ossia una rivisitazione fantasiosa della storia.” Sul tema della memoria è uscito in questi giorni il libro “I senza memoria. Storia di una famiglia europea”, il saggio di Geraldine Schwarz sull'Europa che torna al suo passato peggiore. Mirella Serri su La Stampa del 27/04/2019 scrive a riguardo: “Nel suo dotto lavoro, che si è conquistato il riconoscimento per il “Libro europeo” l'autrice espone la tesi che sovranismo, razzismo e populismo proliferano nelle nazioni più “smemorate”, in quei Paesi che alla fine del secondo conflitto mondiale non si sono impegnati in un serio ripensamento della loro storia. In questa mappa del vuoto mentale e di memoria, che parte dal 1938 e arriva ai nostri giorni, all'Italia, per la Schwarz, tocca in senso letterale la maglia nera. Nel dopoguerra nessun governo della penisola si è assunto l'onere di un mea culpa per la violenza praticata nei Balcani … né ha avuto l'accortezza di imporre nelle scuole l'insegnamento delle stragi compiute dagli italiani in Grecia e soprattutto in Africa …”.

Secondo l'antropologo, sociologo, filosofo e accademico Carlo Tullio Altan (1916 – 2005) la storia di un popolo però “ … non consiste solo nella narrazione del succedersi delle vicende politiche o dei fatti economici, o del sorgere e deperire di determinate forze sociali al suo interno, ma è fatta anche di stati d'animo vissuti nel segno dei valori, delle credenze, che sono altra cosa rispetto alle conoscenze”. Nel suo libro “La coscienza civile degli italiani” (Gaspari editore, gennaio 1997) forse si può trovare una cornice che mette insieme i vari tasselli storici, culturali, politici e sociali fin qui trattati sul tema del neofascismo.

fasci
Carlo Tullio Altan

Nel capitolo dedicato alla “nuova destra neofascista”, Carlo Tullio Altan spiega come il neofascismo abbia saputo contrapporre al coacervo di motivi ideologici spesso in contraddizione tra loro, propri del fascismo storico o fascismo-regime, una “… nuova e assai diversa forma ideologica, a suo modo più coerente e nella quale il mito ha una parte incisiva e diretta, laddove nel fascismo ebbe una funzione più che altro strumentale e direttamente funzionale al sistema di potere politico.” Ed è proprio questa fascinazione critico-simbolica che permette al movimento neofascista di aggregare soggetti delle nuove generazioni e non solo vecchi nostalgici. Lo storico quanto fondamentale contributo alla formazione di una nuova “cultura di destra” lo si deve a Julius Evola, intellettuale già attivo in età prefascista, ma che costituì un nesso fra il settore antidemocratico degli intellettuali, che nei primi anni del '900 erano proiettati verso nuove sperimentazioni di linguaggio e rinnovamento culturale, e la versione mistica del fascismo e la Nuova Destra. L'esaltazione del mito da parte di quest'ultima va intesa non “… come una costruzione fantastica ma come una verità profonda, superumana e superstorica, un'espressione del reale, nel suo senso più proprio ed antico che è quello della Tradizione.” Ci troviamo di fronte a una realtà di tipo parareligioso e trascendente, e quindi infalsificabile. Sulla base di tali ingredienti ideologici: “… un evento storico tragico e sanguinoso come quello del fallimento delle dittature fasciste del XX secolo …” attraverso la trasfigurazione mitico-simbolica, diventa un evento positivo. Il suo fallimento diventa “.. l'incentivo ideologico “rigeneratore” capace di offrire una serie di indicazioni di comportamento ben precise: il culto dell'onore e del sacrificio gratuito, la dimostrazione delle propria qualità umanamente superiore attraverso la fedeltà assoluta alla parola data e al cameratismo, fino ad affrontare la morte secondo un'etica esemplare e fine a se stessa …”. Una chiave di lettura e interpretazione del fenomeno del neofascismo quanto mai attuale, anche negli accenni che il famoso antropologo fa sulla “forza dirompente” che tale ideologia può avere in periodi storici di crisi della democrazia e in particolare su “… personalità giovanili vulnerabili, sia perché culturalmente indifese, sia in ragione della critica situazione esistenziale di tanta parte della gioventù forzatamente emarginata da un sistema sociale che sistematicamente ne frustra le attese.”

Come si è potuto vedere da questa breve, di certo non esaustiva, panoramica di studi, analisi e riflessione sul tema del neofascismo, risulta inevitabile, quanto necessario per comprenderne la portata, riprendere ciò che è stato il fascismo storico; percorrerne il suo sviluppo; conoscere i partiti e movimenti che subito dopo il suo epilogo ne rivendicarono l'eredità culturale e politica; comprendere le trasformazioni, le sperimentazioni, il rinnovamento culturale della Nuova Destra a partire dagli anni settanta; tenere conto della radicalizzazione neonazista di una parte del mondo skinhead a cavallo degli anni ottanta e novanta prima di giungere alle sottoculture identitarie e comunitarie dell'estrema destra odierna. Occorre individuare e discernere le letture e interpretazioni del fenomeno del neofascismo date su un piano puramente culturale dalla rigorosa ricostruzione storica, non mancando di cogliere anche i suoi aspetti mitico-simbolici e le sue trasformazioni nel tempo in “nuove forme”. Non da ultimo oggi occorre tenere ben presente la complessità dell'attuale crisi politica, culturale e sociale ancor prima che economica, la quale interessa in modo particolare il vecchio continente, sapendone individuare le forze coinvolte e le dinamiche emergenti. Un quadro complesso quindi, all'interno del quale troppo spesso si tende ad estrapolare e utilizzare un singolo tassello a supporto delle proprie ragioni, tralasciando di contestualizzarlo, di spiegarne i legami e le origini, di analizzarne il contenuto e il messaggio di cui è portatore. La necessità di un nuovo quadro interpretativo della realtà odierna dell'estrema destra, e di tutte le problematiche ad essa connesse, è sicuramente tema attuale. Ma, al di là dei diversi pareri e dei differenti piani di studio o lettura del fenomeno, possiamo affermare che in tutti indistintamente è presente, ieri come oggi, sia pur con valenze diverse, la consapevolezza della presenza, per alcuni marginale per altri preoccupante, di un fenomeno neofascista. Un fenomeno che come abbiamo visto nel corso della nostra indagine assume delle forme nuove, ben delineate e strutturate, pronte a riempire quei “vuoti” troppo spesso lasciati dalla politica fra le complesse e sempre più intrecciate, e deteriorate, maglie della convivenza civile.

Nell'ambito della presente inchiesta, partendo quindi dai fatti e tenendo conto del giusto peso delle parole, il quadro di lettura e interpretazione dell'estrema destra odierna risulta sufficientemente chiaro. Ci troviamo di fronte a due forze politiche e culturali, Forza Nuova e CasaPound, che attraverso i suoi leader e militanti si dichiarano apertamente fasciste. Entrambe le forze si sono costituite anche sotto forma di partito partecipando alle elezioni amministrative e politiche nel nostro paese. La terza forza, Lealtà Azione, pur più scaltra e attenta nella sua esposizione pubblica, come abbiamo già scritto è alla prova dei fatti una associazione di estrema destra di chiaro stampo neofascista.

E se è vero, come sostiene lo storico Emilio Gentile, che l'abuso del termine “fascista” può impedirci di comprendere i pericoli reali che corre oggi la nostra democrazia e che “Il pericolo reale non sono i fascisti, veri o presunti, ma i democratici senza ideale democratico” è altrettanto vero che sarebbe irragionevole ignorare chi si definisce, agisce, rivendica il proprio essere fascista.

Cantos di Ezra Pound

A chiusura della prefazione al libro di Elia Rosati “Casa Pound Italia. Fascisti del Terzo Millennio” (ed. Mimesis, aprile 2018), Marco Cuzzi, docente di Storia contemporanea dell'Università degli Studi di Milano, ricorda come: “ … la Freedom House, organizzazione non governativa internazionale che dal 1941 monitora lo stato delle libertà politiche e dei diritti umani in ogni nazione del mondo, ha recentemente pubblicato un rapporto che parla di un generale arretramento dei principi democratici in quasi tutti i Paesi. Un processo che sembra investire anche l'Italia. Lo spazio abbandonato dalle istituzioni, sempre più traballanti e in crisi, viene immediatamente riempito da altri. E tra gli altri, di certo in prima fila ci sono “ i ragazzi che portan' il nero” (ndr: citazione dai Cantos di Ezra Pound). Nell'ultimo dei Cantos di Ezra Pound, il LXXII (detto della “Presenza”), si legge: “La voglia e antica, ma la mano è nuova. Bada! Bada a me, prima che io torni nella notte. Dove il teschio canta, torneranno i fanti, torneranno le bandiere”. Tutto sta nel capire fin dove questi fanti marceranno e quanto innalzeranno i loro vessilli”.

Umberto De Pace

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
0 - Prologo
1 - Perché Monza?
2 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 1
3 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 2
4 - Forza Nuova - 1
5 - Forza Nuova - 2
6 - CasaPound - 1
7 - CasaPound - 2
8 - CasaPound - 3
9 - Lorien e Progetto Zero
10 - Lorien e Compagnia Militante
11 - A.D.ES.
12 - Le radici dell'estrema destra monzese - 1
13 - Le radici dell'estrema destra monzese - 2
14 - Sul neofascismo - 1
15 - Sul neofascismo - 2
16 - Sul neofascismo - 3
17 - Sul neofascismo - 4



EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  15 maggio 2019