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Terramaledetta
Umberto De Pace


10 ottobre 2023 bombardamento su Gaza City - ilriformista.it

Nessun altro essere vivente potrebbe fare ciò che l'uomo con accanimento e crudeltà riesce a compiere nei confronti dei suoi simili, degli altri esseri viventi e della natura tutta. In verità e che vorremmo un po' tutti avere, di fronte a un sopruso o a una violenza subita, la libertà di reagire subito con forza, con rabbia, sopprimendo, uccidendo se è il caso, chi ci ha fatto del male o chi ci ha procurato un danno. Non solo è “umano” tutto ciò, ma ha solide basi millenarie come l'“occhio per occhio, dente per dente” dell'Antico Testamento.
E quindi come dare torto a Israele che dopo aver subito massacri, stupri, violenze inaudite contro suoi cittadini il 7 ottobre scorso, ha scatenato l'inferno contro gli autori di tali infamie? Non vorrebbe ognuno di noi uccidere con le proprie mani chiunque avesse ammazzato, violentato, stuprato una propria figlia? E' ciò che è avvenuto. D'altronde quali condizioni migliori di un nemico rinchiuso in una striscia di terra che come una gabbia a cielo aperto, non ha vie di fuga? Certo ci sono di mezzo i civili, donne, bambini, anziani, malati, disabili, ma in fondo che importa, la maggioranza di loro un tempo ha eletto ai propri organi di governo i responsabili di quei massacri, i quali tempo prima non si erano fatti scrupoli a uccidere donne, bambini, anziani con attacchi suicidi sui bus, nei bar per le strade di Israele. Quindi anche i civili sono della stessa “pasta”, razza si sarebbe detto non molto tempo fa, dei carnefici. Questo il comune sentire dalla parte di chi ha subito quel crimine. Ne consegue che i suoi “amici” lo sostengano e lo supportino nel momento del bisogno, pur sapendo che hanno a che fare con un “cane pazzo, troppo pericoloso per essere disturbato”, come disse un loro famoso generale. Risultato, l'inferno appunto. E nell'inferno tutto può succedere, anche che gli aiuti calati dal cielo si schiantino sui corpi di bambini affamati, oppure che si muoia schiacciati dalla folla o da una pallottola mentre ci si accalca intorno ai camion giunti con carichi di cibo, e solo i più fortunati riescono a strappare un sacco di farina sporco di polvere e macchiato del sangue dei meno fortunati, oppure che chi dovrebbe liberare gli ostaggi li uccide scambiandoli per quegli altri, o che in ciò che resta degli ospedali i feriti vengano operati senza anestesia, compresi i bambini, mentre altri muoiono nelle incubatrici o nelle terapie intensive. Nel frattempo Stati potenti e supertecnologici si ingegnano nel progettare “porti mobili”, infrastrutture complesse e costose per giungere con gli aiuti via mare, perché il “cane pazzo” che tiene fuori dalla gabbia colonne interminabili di aiuti umanitari, centellinandole l'ingresso, non va “disturbato” nel suo lavoro di bonifica dal terrore, e poco importa se nel farlo sparge a piene mani un terrore ancor più devastante e implacabile. E' un “amico”. Va aggiunto che trovandoci in quella che ancor oggi qualcuno con ostinazione chiama Terrasanta la crudeltà dell'uomo si contorna di grottesco. I valichi di frontiera dai quali passano quei pochi e insufficienti aiuti via terra sono chiusi il venerdì e il sabato, per rispettare la festa musulmana e quella ebraica! Rispettare… inutile dire che la mattanza all'interno della Striscia prosegue ininterrotta ogni giorno della settimana e non c'è precetto religioso che tenga a freno l'odio e la vendetta, anzi li rinfocola. Se c'è qualcosa che rende ancor più brutale il conflitto è proprio l'uso blasfemo che l'uomo fa della propria religione, fino al punto di rendere la propria terra, quella terra per molti definita Santa, una Terramaledetta.
Cosa doveva fare il governo israeliano? Ripetono in molti privi di ogni altra risposta alternativa a ciò che gli è offerto, annichiliti nella ragione e nella coscienza, sollevati da ogni responsabilità e in fondo soddisfatti in quell'istinto primordiale di vendetta presente in ognuno di noi. Eppure altre risposte c'erano già tutte fin da subito. Il governo israeliano non poteva fare altro, vista la sua storia, la sua ideologia e la sua politica, al pari del suo avversario Hamas che ha deliberatamente mandato al massacro il suo popolo. Siamo noi che potevamo e dovevamo fare altro fin da subito e non permettere l'inizio di questa nuova guerra. Perché? Perché nell'eterno instabile equilibrio tra pace e guerra, l'essere umano, in momenti di maggior consapevolezza e lungimiranza, si è dato delle regole e delle leggi atte ad anteporre la giustizia alla vendetta, la proporzionalità dell'uso della forza ad argine della brutalità, la libertà quale confine al libero arbitrio. E a governo di ciò sono state costruite e deputate organizzazioni al di sopra delle parti e, se sia pur non sempre all'altezza del loro ruolo, averle relegate ai margini se non denigrate e umiliate, invece che riformate e rinnovate, ha reso solamente più fragile e indifeso il mondo in cui viviamo. Null'altro, oltre c'è l'inferno appunto. Tant'è che anche l'Antico Testamento, a saper leggere con attenzione il suo “occhio per occhio”, intendeva in realtà porre un argine alla libera vendetta per un torto subito, per evitare una punizione sproporzionata rispetto al male commesso in un'epoca nella quale si pagava con la vita anche per la sola morte di un'animale, oltre al fatto che erano, come sempre, i diseredati a pagare il prezzo più alto.
Tutto ciò è più che sufficiente per imporre, non chiedere, l'unica cosa che serve, pur con imperdonabile ritardo: il cessate il fuoco. Un fuoco che non salva nessuno e continua a mietere migliaia di vittime, fra loro anche quelli che restano degli ostaggi israeliani. Ogni giorno che passa nuovi germi di odio e violenza si spargono per il mondo, alcuni hanno già attecchito e maturano i loro frutti avvelenati. Impietosa la figura dei nostri governanti incapaci di governare le sorti di questo mondo. I doverosi aiuti umanitari, che anche il governo italiano ha fin da subito messo in campo, non cancelleranno mai l'onta di essere in realtà pavidi spettatori da più di cinque mesi di continui massacri. L'unica vera amicizia e solidarietà è quella verso i popoli, i governi cambiano e i loro leader vanno giudicati per ciò che dicono e ciò che fanno. Ci troviamo di fronte a leader, da una parte e dall'altra, che hanno compiuto e stanno tutt'ora compiendo dei crimini e su questo vanno giudicati.

Dalla parte dei popoli israeliano e palestinese, senza bandiere, almeno fino a quando il tempo non avrà sbiadito il sangue innocente del quale oggi sono macchiate.

Umberto De Pace

Articoli precedenti:
Dalla parte dei popoli israeliano e palestinese
Criminali e ipocriti di guerra
Orrore e speranza
Chi sono i responsabili dei crimini di guerra israeliani?
Il punto di non ritorno
Costruttori di morte
Terramaledetta


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  14 marzo 2024