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Democrazia ed estrema destra
Il caso monzese
Umberto De Pace

fasci

Tra i tanti problemi che l'Europa si trova oggi di fronte, il riemergere di movimenti di ispirazione fascista e o nazista sarebbe un grave errore ritenerlo un fenomeno marginale. Se era prevedibile che tra gli effetti della grande crisi economica mondiale di questi anni, accompagnata dall'imponente fenomeno delle migrazioni, vi fosse anche la deriva populista, xenofoba e razzista, le politiche fin qui adottate per contrastarla, in gran parte hanno contribuito ad ampliare il consenso verso chi con demagogia e spregiudicatezza sfrutta il disagio sociale per i propri scopi e fini politici.
Associazione nazionale paracadutisti d'Italia


Nel corso della nostra indagine abbiamo già avuto modo di accennare alla sezione monzese dell'Associazione paracadutisti d'Italia (ANPd'I) e delle influenze all'interno di tale organizzazione da parte di soggetti e gruppi dell'estrema destra. La cronaca di questi giorni ci porta a focalizzare nuovamente l'attenzione su tale associazione. Partiamo come sempre dai fatti.

L'ANPd'I, insieme al Comitato Provincia Monza e Brianza dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), organizza una conferenza online su facebook dal titolo “Goli Otok. L'isola degli orrori. Un viaggio tra i campi di concentramento dei partigiani comunisti titini”. Fra i relatori Matteo Carnieletto, giornalista che scrive su ilGiornale.it ed è responsabile di Inside Over , sito di informazione dedicato agli esteri, il quale ha in programma un reportage sul tema. La pubblicizzazione dell'iniziativa da parte dell'ANPd'I è gestita da uno dei suoi soci nonché uno dei tre amministratori del sito facebook dell'associazione, almeno questo è quanto risultava sul sito fino a quando è rimasto aperto al pubblico.

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Come si può leggere nel suddetto post, al di là della retorica classica relativa al tema del confine orientale, propria della destra nostrana, va posta attenzione al substrato ideologico sul quale trova fondamento tale narrazione. Riprendo le parti più interessanti mantenendo le enfatizzazioni dei caratteri, indicative anch'esso del sentimento che le promuove, con le sole dovute correzioni grammaticali per facilitarne la comprensione e con evidenziati in grassetto i concetti chiave ai fini della presente indagine: “… alcune fazioni politiche che incarnano il male assoluto vogliono abrogare (sic) una legge per ufficializzare la canzone “BELLA CIAO” come inno ufficiale istituzionale. Ricordiamo che “Bella ciao” è una canzonetta pregna di sangue, le sue strofe catalizzano l'essenza dell'odio politico e l'uso sistematico della violenza come metodo di propaganda politica tipico dei partigiani e della visione comunista. Al suono di “Bella ciao” furono trucidati migliaia di uomini, donne, bambini COLPEVOLI DI ESSERE ITALIANI.”
Senza entrare nel merito della polemica sempre viva sulla canzone “Bella Ciao”, né tanto meno cercare di rispondere in qualche modo alle fesserie scritte, la domanda da porsi è: siamo sicuri che tutto ciò sia solo frutto di una mente ossessionata o indottrinata come evidentemente appare? Scorrendo i post del medesimo soggetto troviamo tracce per una possibile risposta.

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Una Repubblica nata dalla Resistenza: sui valori della violenza, sui valori del tradimento e dell'arroganza. Una Repubblica fondata sulla lotta armata fatta da banditi e disertori, dinamitardi e bombaroli. Repubblica fondata da fuoriusciti e esiliati, gente con conti in banca strani, da mafiosi italiani riportati a casa dagli americani. Una Repubblica fondata sulle menzogne e tradimenti, da gente senza scrupoli che accendeva le luci durante i bombardamenti. Una Repubblica fondata sul valore degli epuratori, da chi senza tante storie e con l'aiuto degli stranieri ha fatto fuori quegli ultimi italiani che fino alla fine hanno combattuto PER UN ALTRA REPUBBLICA”. A quale “altra Repubblica” si riferisce l'autore? Lo esplicita lui stesso in un post del 24 aprile di quest'anno:

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O ancora in occasione del 25 aprile, mentre la Repubblica Italiana festeggia la Liberazione dal fascismo e dal nazismo, dal sito dell'ANPd'I invita tutti i soci della sua sezione ad ascoltare la testimonianza di un reduce della Decima Mas.

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A questo punto vale la pena di domandarsi se quanto sopra sia frutto di un'ispirazione personale o risponda in qualche modo a un sentire comune, come inducono a pensare i commenti che accompagnano ogni post e che qui evitiamo di pubblicare. Ci aiuta a rispondere il presidente dell'ANPd'I di Monza, Francesco Crippa, con un suo post:

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Le nostre radici sono qui e chi le rinnega o le mette in discussione NON E' UNO DI NOI!”.
Il giorno della fine della seconda guerra mondiale, che vide nel 1945 la resa incondizionata della Germania nazista alle forze alleate, il presidente dell'associazione individua in quel campo X del Cimitero Maggiore di Milano, detto anche “Campo dell'Onore”, dove sono sepolti oltre mille aderenti alla Repubblica Sociale Italiana, tra i quali gerarchi del regime fascista nonché feroci criminali e torturatori della RSI, le proprie radici.

Pur sapendo che non si tratta dell'onore della nostra Repubblica democratica, ne abbiamo già parlato nella precedente puntata, possiamo ammettere una sorta di indissolubile, pur incomprensibile ai più, legame con i propri compagni d'armi di un tempo? Se fosse così come conciliare tutto ciò con l'onore e il riconoscimento che l'ANPd'I nazionale sulla rivista “Folgore” (n.1-2 2021), organo ufficiale dei paracadutisti d'Italia, riconosce a un veterano del 183° Reggimento paracadutisti Nembo che ha combattuto “… per la liberazione d'Italia nelle più gloriose battaglie della Nembo: Filottrano e Case Grizzano”, battaglione che ricevette la medaglia d'argento al valore militare il 24 luglio 1947 dalla Repubblica democratica Italiana? Liberazione dell'Italia ovviamente dai nazisti e dai fascisti della RSI.

Come si spiegano queste “radici” al campo dei repubblichini, quale la fonte di questo odio viscerale verso i partigiani e in particolare quelli con una “visione comunista”, dove trova fondamento la repulsa verso la Repubblica democratica nata a seguito della sconfitta del fascismo e del nazismo? Non è forse vero che cinque compagnie della 184° Divisione paracadutisti “Nembo” combatterono a fianco dei partigiani della “Brigata Maiella” nella battaglia di Montecarotto nel luglio 1944? E' forse un caso isolato perché si trattava di partigiani repubblicani? Ma allora cosa dire del gruppo di combattimento “Folgore” alla guida del gen. Giorgio Morigi, con all'interno il Reggimento paracadutisti “Nembo”, che combatté nel marzo-aprile 1945 sul fronte dell'Emilia Romagna, insieme ai partigiani della 36° Brigata Garibaldi “Alessandro Bianconcini”, detta anche “Folgore Bianconcini”, in memoria del partigiano comunista catturato e fucilato dalle Brigate Nere nel gennaio 1944?

Onoriamo i caduti della Repubblica Sociale Italiana e chi donò la propria vita in difesa della libertà, in difesa dell'Europa dei popoli.” Questo è il “NOSTRO 25 APRILE” scandisce con enfasi Matteo Summit. Eppure sul sito paracadustimonza.it il presidente cita una preghiera molto cara ai paracadutisti, posta all'ingresso del Sacrario Militare Italiano di El-Alamein, scritta dal tenente colonnello Alberto Bechi-Luserna che qui riportiamo integralmente:

Fra le sabbie non più deserte
son qui di presidio per l'eternità i ragazzi della Folgore
fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi.
Caduti per un'idea, senza rimpianto, onorati nel ricordo dello stesso nemico,
essi additano agli italiani, nella buona e nell'avversa fortuna,
il cammino dell'onore e della gloria.
Viandante, arrestati e riverisci.
Dio degli Eserciti,
accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell'angolo di cielo
che riserbi ai martiri ed agli Eroi.

Alberto Bechi Luserna, comandante della IV Battaglione Paracadutisti della Divisione “Folgore” ad El Alamein, “nome illustre” e la “figura più marcata” fra le tante presenti sul campo, come ricorda il suo amico Paolo Caccia Dominioni nel libro “El Alamein 1933-1962 (ed. Longanesi, 1963). Richiamato in patria nel novembre 1942 assunse l'incarico di capo di Stato Maggiore della divisione paracadutisti “Nembo”, venne ucciso da un paracadutista a un posto di blocco in Sardegna, nei giorni immediatamente successivi all'8 settembre mentre tentava di dissuadere i reparti paracadutisti ammutinati decisi a unirsi ai tedeschi dopo l'armistizio. Ucciso forse non intenzionalmente come riporta in suo recente articolo lo stesso Matteo Carnieletto: “Per Bechi Luserna c'è solo un giuramento da rispettare: quello fatto al re. Il tenente colonnello vuole fare tornare i dissidenti sotto un'unica bandiera …”.


Quindi a quale “Idea” fa riferimento la sezione monzese dell'ANPd'I? Quale “riflessione” e “spirito giusto” invita ad assumere il suo presidente nella home page? Le “riflessioni” e lo “spirito giusto” Matteo Summit le ritrova in quel 25 aprile del 1945 inizio della battaglia finale contro la Germania nazista, tra le fila di quegli ultimi disperati reggimenti del Reich che difendevano il bunker nel quale si era asserragliato Hitler.

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Forse è la pietas umana che induce la “riflessione” del socio dell'ANPd'I? Difficile crederlo di fronte all'espressa convinzione di chi ancor oggi sostiene che quei giovani giunsero a Berlino con la “speranza di poter forgiare l'Europa della libertà con la certezza di morire per civiltà” e che in quel momento venne accesso il “fuoco sacro della tradizione”, con una volontà ben chiara: “preparare il futuro vivendo il presenteUna precisa ed irrevocabile scelta di campo dell'eterna lotta del bene contro il male, della luce contro l'oscurità. Il sacro contro la malignità”.
Non mancano riferimenti a “maestri di vita” italiani, tra i quali Rutilio Sermonti https://it.wikipedia.org/wiki/Rutilio_Sermonti, il quale aderì alle Waffen SS quindi alla RSI, fu tra i fondatori del MSI e uno tra i maggiori intellettuali della destra sociale, ed è sul suo esempio che “… siamo chiamati a continuare a combattere questa battaglia, una guerra culturale che ci vuole schiavi e devirilizzati ma dalle nostre postazioni continueremo, risponderemo liberi, forti ed autentici, non più per sopravvivere ma per contrattaccare e vincere …”. Queste allucinanti “riflessioni” prendono spunto dalla canzone “Jean” www.aclorien.it/archivioalternativa/song.php?id=3 pubblicata sul sito dell'associazione culturale Lorien”, che abbiamo già incontrato nella nostra inchiesta e il cui fondatore, Guido Giraudo, è stato membro, forse lo è ancora, e rappresentante dell'ANPd'I monzese in alcune occasioni passate, nonché personaggio molto attivo nell'ambito dell'area dell'estrema destra cittadina, milanese e non solo.

A questo punto si comprendono meglio l'”Idea” e il “giusto spirito” espressi nei vari post che abbiamo riportato, i quali va sottolineato non trovano riscontro né nel sito nazionale dell'associazione, né in altri siti delle sedi locali, per lo meno quelle che si è potuto visionare liberamente, ma rappresentano e confermano la peculiarità del “caso monzese”, nonché l'intreccio e la diffusione capillare dell'operato dell'estrema destra a più livelli e in più ambiti. Come è capitato a suo tempo con l'associazione Lealtà Azione, a seguito di momenti di particolare attenzione da parte di soggetti esterni alle loro organizzazioni, i siti vengono aggiornati, modificati o resi accessibili ai soli iscritti.
Così è accaduto anche per l'ANPd'I che non ha più reso accessibile il suo sito facebook, così come non compaiono più pubblicamente i nomi degli amministratori dello stesso. L'aberrazione e la gravità di quanto riportato chiunque è in grado di valutarla e si auspica che sia la stessa associazione nazionale a promuovere un'indagine interna alla propria sezione monzese. Cosa intendono fare invece le forze politiche, sociali e sindacali, ma soprattutto cosa faranno le istituzioni cittadine di fronte a tutto ciò?

Umberto De Pace

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
0 - Prologo
1 - Perché Monza?
2 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 1
3 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 2
4 - Forza Nuova - 1
5 - Forza Nuova - 2
6 - CasaPound - 1
7 - CasaPound - 2
8 - CasaPound - 3
9 - Lorien e Progetto Zero
10 - Lorien e Compagnia Militante
11 - A.D.ES.
12 - Le radici dell'estrema destra monzese - 1
13 - Le radici dell'estrema destra monzese - 2
14 - Sul neofascismo - 1
15 - Sul neofascismo - 2
16 - Sul neofascismo - 3
17 - Sul neofascismo - 4
18 - Sull'antifascismo - 1
19 - Sull'antifascismo - 2
20 - Sull'antifascismo - 3
21 - Sull'antifascismo - 4
22 - Sull'antifascismo - 5
23 - Sull'antifascismo - 6
24 - Sull'antifascismo - 7
25 - Sull'antifascismo - 8
26 - Sull'antifascismo - 9
27 - Sull'antifascismo - 10
28 - Sull'antifascismo - 11
29 - Sull'antifascismo - 12
30 - Sulla democrazia - 1
31 - Sulla democrazia - 2
32 - Sulla democrazia - 3
33 - Sulla democrazia - 4
34 - Sulla democrazia - 5
35 - Sulla democrazia - 6
36 - Sulla democrazia - 7
37 - Sulla democrazia - 8
38 - Sulla democrazia - 9
39 - Sulla democrazia - 10
40 - Il disonore dell'uomo
41 - Associazione nazionale paracadutisti d'Italia



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  26 giugno 2021