prima pagina lente pagina precedente



RIFLESSIONI
Autocelebrazione
Umberto Puccio



L' intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi (dimissionario, ma in piena operatività, causa il noto e persistente "stato di eccezione ed emergenza nazionale e internazionale"!) al meeting di "Comunione e Liberazione" il 24 agosto scorso mi pare necessiti di una serie di considerazioni e riflessioni, al di fuori del quasi generale "servo encomio" (per dirla alla manzoniana!).

La prima considerazione è sul luogo in cui è stato fatto: il meeting di "Comunione e Liberazione" ed il suo "popolo". Pima della sua "investitura" da parte di Mattarella, due anni fa, sempre al meeting annuale di Rimini, Draghi aveva enunciato il suo programma economico-finanziario: distinzione tra "debito buono" e "debito cattivo", tra "investimenti buoni" e "investimenti cattivi" e discriminante tra le due fattispecie l' aumento del PIL e della produzione.
Il "popolo" del meeting era allora ed è oggi anche il "popolo" di Draghi: insieme con la Confindustria, il suo referente ideologico-politico ed economico-finanziario. Non stupisce quindi la durata degli applausi con cui è stato salutato il suo discorso, cui si sono aggiunti gli applausi a Giorgia Meloni e i fischi alle proposte di Enrico Letta.

Di fatto il meeting di Rimini ha preannunciato il formarsi di un blocco sociale e politico che va dal centro all' estrema destra  e che ricorda (con le debite differenze storiche) il populismo peronista. Questo dovrebbe preoccupare il PD di Letta: che invece ha applaudito "entusiasticamente" (vedi Stefano Bonaccini!).
Il totale allineamento al "draghismo" è, a mio avviso, un suicidio politico: comunque una sua trasformazione in una sorta di nuova DC che guarda a destra: e che lascerà alla sua sinistra ampie praterie che, prima o poi, qualcuno ricoprirà. Già ora il M5S di Conte cerca di collocarvisi: le prossime elezioni diranno con quanto successo.

Ma la considerazione più interessante (e, a mio avviso, più preoccupante) è quella sul contenuto del discorso di Draghi: in sostanza, Draghi ha delineato il programma del futuro governo e del suo Capo (quali che essi siano!). Una specie di clone del suo e di se stesso, in nome dell' "unità" nelle "emergenze" nazionali e internazionali. E del "no al sovranismo e all'isolazionismo".
Al meeting non è stato invitato e non era presente Conte: una sorta di "conventio ad excludendum" e di tiro al piccione nei confronti del M5S, su cui scaricare le proprie debolezze, indicandolo come causa di tutti i mali della politica italiana (in primis, della "caduta del Governo Draghi"). Che invece continua a legiferare su temi che sostituiscono i costituzionali "affari correnti" con gli eccezionali "affari urgenti".

Ancor più grave è il richiamo di Draghi al suo "metodo", come eredità non sperperabile dal futuro Capo del Governo.  Qui si preannuncia un'estensione "a tempo indeterminato" dello stato di eccezione con relativa e totale prevalenza del potere esecutivo (sempre più identificantesi con la "competenza", l'"autorevolezza" e il "prestigio" (interno ed internazionale) di una sola persona. Il bilancio che Draghi ha fatto dei suoi due anni di governo gronda di un ottimismo autocelebrativo, in stridente contrasto con la situazione economico-sociale del Paese: in cui aumentano il disagio socio-economico, i morti sul lavoro, i femminicidi, i suicidi in carcere, l' emorragia dei giovani talenti e la precarietà del lavoro.
Ma, "tout va bièn, Madame la Marquise"!

Umberto Puccio


GLI ARTICOLI PUBBLICATI
  1 – Riflessioni
  2 – Principi irrinunciabili
  3 – Tesoretto
  4 – La scuola
  5 – Catalogna e affini
  6 – Competenze
  7 – Identità e diversità
  8 – Identità e diversità 2
  9 – Igiene lessicale
10 – Democrazia
11 – Anniversari
12 – Tifosi d'Italia, l'Italia s'è desta
13 – Popolo!
14 – Né patria, né matria, “FRATR ÍA”
15 – L'ipocrita polemica sulle “fake news”
16 – Il discorso di Fine d'anno
17 – Neologismi
18 – La retorica dell'”anniversario”
19 – Smartphonite
20 – C'era una volta il dialogo!
21 – La crisi istituzionale che viene da lontano
22 – Dissesto idrogeologico e Legge urbanistica
23 – Le parole della politica: autonomia
24 – Europa ed europeismo
25 – La Svolta
26 – Le parole della politica: "statalismo"
27 – Le parole della politica: "sviluppo", "sostenibilità", "sostenibile"
28 – Utopia
29 – Le parole della politica: semplificazione, macchina burocratica, statalismo
30 – Le parole della politica: "giustizialismo" "garantismo"
31 – L'insegnamento delle pandemia
32 – Le parole della politica: diritti libertà,responsabilità, potere decisionale
33 – "Etica del Sacrificio" ed "Etica della Rinuncia"
34 – Homo insaziabilis
35 – Le parole della politica: "purtroppo"
36 – Economia e Politica
37 – Politica e Giornalismo politico
38 – Parlamento e Governo
39 – "Fake(new)democrazia" o "il sonno della ragione genera mostri"
40 – Le parole della politica: competenza, competente
41 – Le parole della politica: liberalizzazione, esternalizzazione, privatizzazione
42 – Pandemia e cambio di paradigma: bilancio provvisorio
43 – La Coppa e San Gennaro
44 – Kabul, l'America e l'Europa
45 – Julian Assange
46 – Astensionismo
47 – Delega fiscale
48 – La destra coerenza di Renzi
49 – Successo o bla bla bla ?
50 – Pandemia e cambio di paradigma: bilancio provvisorio
51 – Il Presidente
52 – Quirinale: il gioco dell'oca
53 – Non esistono guerre giuste
54 – Le parole della politica: realismo
55 – L'affermarsi della logica duale
56 – Pelli di foca, non seggiovie
57 – Ucraina: una guerra che viene di lontano...
58 – Le parole della politica: Coesistenza
59 – L'agonia della democrazia parlamentare in Italia
60 – Autocelebrazione


Condividi su Facebook

Segnala su Twitter

EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati

in su pagina precedente

  29 maggio 2022