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RIFLESSIONI
Arbeit macht frei
Il giorno del lavoro
Umberto Puccio


Riflettendo sulle recenti polemiche in occasione del 25 Aprile, penso sia stato inutile e controproducente pretendere da Giorgia Meloni di essere "antifascista": così come sarà inutile e controproducente pretendere da Lei che festeggi il Primo Maggio come ricorrenza di una strage di "lavoratori" (o, più esattamente, "lavoratrici") e non come una generica festa "del lavoro". Mi sembra una sorta di "autodafé: come chiedere ad una persona di sconfessare la sua natura. Sarebbe più utile inchiodarla alla sua attuale natura, alle sue azioni concrete, al di sotto del velo ingannevole di altisonanti, ma vuote parole come "libertà" e "lavoro".
Nella sua tragica e "scientifica" paradossale consequenzialità, la scritta sul cancello di Auschwitz "Arbeit macht frei" ("Il lavoro rende liberi") dovrebbe farci riflettere a quali abissi di disumanità si sono ridotti uomini come noi. Uomini che, nella civilissima Germania, convintamente, razionalmente e direi quasi "scientificamente" hanno ideato, progettato e realizzato un modello, insuperabile nella sua fredda e asettica razionalità, di universo concentrazionario di sfruttamento ed eliminazione di esseri umani. E' riduttivo, fuorviante e in parte consolatorio e autorassicurante dire che Hitler e i Nazisti erano dei pazzi, che il popolo tedesco è stato ingannato e che "non sapeva". Così come è riduttivo, fuorviante e controproducente (direi "apotropaico") pensare che ciò che è successo allora nei confronti degli Ebrei e di tutti quelli considerati "diversi" e, in quanto tali, "non uomini" sia un "unicum" nella storia, da "ricordare, perché non si ripeta più". Così, con una forma di ipocrisia storica, ci si scarica dalla responsabilità e dalla fatica di riconoscere che tale modello ha fatto scuola, che si è ripetuto, in varie forme e quasi "normalizzandosi, da allora ad oggi in molte parti del mondo. Il suo "essere accaduto" rende possibile che accada di nuovo. Invece, dovremmo, a mio avviso, analizzare il meccanismo, il modo di pensare che ha portato (e che, ahinoi, porta ancor oggi) uomini come noi a trasformarsi in efferati assassini. E dovremmo farlo prima di non trovarci a dire: non ci sian resi conto, non volevamo, non sapevamo!
Parole come "lavoro" e "libertà" vanno usate con le pinze. Se rimangono astratte, sono gravemente e pericolosamente fuorvianti. Occorre che esse si sostanzino nella realtà di uomini concreti, di "lavoratori" qui ed oggi, con la (non)qualità del loro lavoro e della loro vita. Che "libertà" sia "liberazione dal bisogno"; possibilità concreta qui ed oggi per TUTTI , di muoversi, di pensare autonomamente, di istruirsi, di curarsi. Come vorrebbe la Costituzione Italiana, che assegna allo Stato il compito di "rimuovere gli ostacoli" all'esercizio effettivo di tali diritti: e non di ciurlare nel manico di parole come "libertà" e "lavoro".

Umberto Puccio

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
  1 – Riflessioni
  2 – Principi irrinunciabili
  3 – Tesoretto
  4 – La scuola
  5 – Catalogna e affini
  6 – Competenze
  7 – Identità e diversità
  8 – Identità e diversità 2
  9 – Igiene lessicale
10 – Democrazia
11 – Anniversari
12 – Tifosi d'Italia, l'Italia s'è desta
13 – Popolo!
14 – Né patria, né matria, “FRATR ÍA”
15 – L'ipocrita polemica sulle “fake news”
16 – Il discorso di Fine d'anno
17 – Neologismi
18 – La retorica dell'”anniversario”
19 – Smartphonite
20 – C'era una volta il dialogo!
21 – La crisi istituzionale che viene da lontano
22 – Dissesto idrogeologico e Legge urbanistica
23 – Le parole della politica: autonomia
24 – Europa ed europeismo
25 – La Svolta
26 – Le parole della politica: "statalismo"
27 – Le parole della politica: "sviluppo", "sostenibilità", "sostenibile"
28 – Utopia
29 – Le parole della politica: semplificazione, macchina burocratica, statalismo
30 – Le parole della politica: "giustizialismo" "garantismo"
31 – L'insegnamento delle pandemia
32 – Le parole della politica: diritti libertà,responsabilità, potere decisionale
33 – "Etica del Sacrificio" ed "Etica della Rinuncia"
34 – Homo insaziabilis
35 – Le parole della politica: "purtroppo"
36 – Economia e Politica
37 – Politica e Giornalismo politico
38 – Parlamento e Governo
39 – "Fake(new)democrazia" o "il sonno della ragione genera mostri"
40 – Le parole della politica: competenza, competente
41 – Le parole della politica: liberalizzazione, esternalizzazione, privatizzazione
42 – Pandemia e cambio di paradigma: bilancio provvisorio 43 – La Coppa e San Gennaro
44 – Kabul, l'America e l'Europa
45 – Julian Assange
46 – Astensionismo
47 – Delega fiscale
48 – La destra coerenza di Renzi
49 – Successo o bla bla bla ?
50 – Pandemia e cambio di paradigma: bilancio provvisorio
51 – Il Presidente
52 – Quirinale: il gioco dell'oca
53 – Non esistono guerre giuste
54 – Le parole della politica: realismo
55 – Le parole della politica: realismo
56 – Mattarella e la sostenibilità ambientale - Draghi e i sassolini nella scarpa
57 – Privatizzare
58 – Guerra, pace e pacifismo
59 – Il PD prossimo venturo
60 – La rivoluzione di Bergoglio
61 – Quirinale: il gioco dell' oca
62 – Auguri di Pasqua - Costituzione disattesa - Stato di eccezione e di necessità
63 – Non ci resta che piangere
64 – La lettera di Giorgia Meloni
65 – Arbeit macht frei


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  28 aprile 2023