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RIFLESSIONI
Oligarcomachia
Umberto Puccio



"Excusatio non petita, accusatio manifesta": mi era venuta in mente questa massima latina, quando Biden si è affrettato a dire che non aveva nulla a che fare con il tentato golpe di Prigozhin e che erano "affari interni" alla Federazione Russa. Ma il "New York Times" ha sostenuto (non smentito ufficialmente) che americani e inglesi sapevano in anticipo delle intenzioni del padrone della Wagner.

Sta di fatto che da molto tempo quello che faceva e diceva Prigozhin, le sue accuse a Putin e ai generali russi, le sue deliranti sparate nazionalistiche, il suo faccione erano quotidianamente protagoniste nei mass media "occidentali". Anche la sua (abortita) "marcia su Mosca" è stata seguita "in tempo reale" fino alla retromarcia. Poi più nulla: Prigozhin è diventato un "signore si dice che...".

La mia impressione è che tale vicenda non sia altro che un episodio (forse il più eclatante e inquietante) di quella lotta senza quartiere e di dimensioni mondiali tra oligarchi non solo russi. Una sorta di "oligarcomachia", dopo la "defenestrazione" di Gorbaciov e la dissoluzione del blocco sovietico. Prima che sia troppo tardi, bisognerebbe riflettere e analizzare a fondo la natura della "democrazia" dei paesi della ex-Unione Sovietica, compresa l'attuale Ucraina. L'attuale guerra è, a mio avviso, inseribile in questa "oligarcomachia": per l'importanza strategica, la ricchezza economico-produttiva e "nucleare" dell'Ucraina stessa. Le opposte (e deliranti) "narrazioni" non sono altro che meschine mistificazioni ideologiche.

Umberto Puccio

COMMENTI

Luca Matulli
Intanto, grazie alla messa in scena del golpe, gran parte delle truppe Wagner sono passate a nord accerchiando da due lati il fronte ucraino! E se invece di una lotta tra oligarchi si fosse trattato di una scientifica pianificazione tra di loro con antipasto preparatorio di esternazioni di Prigozhin?

RIFLESSIONI
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  30 giugno 2023